La Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per far luce sulla morte di Mario Nardi, operaio 61enne di San Giuseppe Jato, deceduto il 23 giugno scorso all’ospedale Civico in circostanze ancora tutte da chiarire. A sollecitare accertamenti più approfonditi sono stati i familiari dell’uomo, assistiti dall’avvocato Francesco Tranchina, convinti che non si sia trattato di un semplice incidente stradale – come inizialmente riferito – bensì di un grave infortunio sul lavoro avvenuto a Sagana, frazione del comune di Monreale.
La dinamica dell’incidente pare sia stata descritta in modo ambiguo e contraddittorio. Secondo quanto riferito dai parenti, le versioni dei fatti fornite nei giorni successivi al decesso sono cambiate più volte: dapprima si parlava di un investimento stradale, poi è stata avanzata l’ipotesi di un incidente con un mezzo cingolato, successivamente con un pick-up, e infine è stato menzionato un escavatore. Elementi che – secondo i familiari – non solo alimentano il sospetto di una ricostruzione parziale o alterata dei fatti, ma rendono necessario chiarire con precisione dove e come sia avvenuto l’evento che ha portato alla morte di Nardi.
Fondamentale sarà ora il risultato dell’autopsia, già eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo dal dottor Manfredi Rubino. Gli esiti dell’esame autoptico, che saranno depositati nelle prossime settimane, potrebbero fornire indicazioni cruciali per stabilire se le lesioni riportate dall’operaio siano compatibili con un incidente stradale o con un infortunio avvenuto in un contesto lavorativo, forse legato alla movimentazione di mezzi pesanti.
La Procura ha aperto un fascicolo e ha disposto accertamenti per verificare le condizioni in cui l’operaio stava lavorando e per acquisire eventuali testimonianze e documentazione utile a ricostruire la dinamica dell’accaduto.
