La tac conferma: Paolo Taormina è stato ucciso da un unico colpo di pistola alla testa. La TAC eseguita dagli specialisti dell’Istituto di Medicina Legale ha individuato il proiettile all’interno del cranio, fugando ogni dubbio sulla dinamica dell’omicidio.
Stamani, dopo l’autopsia disposta dalla Procura, il corpo del ventunenne è stato riconsegnato alla famiglia, distrutta dal dolore. I familiari più stretti non si sono mai allontanati dall’obitorio del Policlinico, dove per ore hanno atteso di poter riavere quel che resta di Paolo.
Alla fine degli esami sul corpo, la salma è stata accompagnata in corteo fino al Palaoreto, la struttura sportiva comunale concessa dal sindaco Roberto Lagalla, dove è stata allestita la camera ardente. Decine di motorini hanno scortato il carro funebre lungo il tragitto, attraversando le strade di Palermo in un silenzio rotto solo dai clacson e dalle lacrime. Un corteo spontaneo, composto da amici che hanno voluto stringersi attorno alla famiglia Taormina.
All’interno del Palaoreto, tra fiori bianchi e striscioni di affetto, si respirano profondo dolore ma anche rabbia. Molti dei presenti indossano magliette con la foto di Paolo, altri portano un fiore o un biglietto da lasciare accanto alla bara. “Era un ragazzo perbene, sempre sorridente – racconta una sua amica – non meritava una fine così assurda”.
L’autopsia servirà ora a chiarire ulteriori dettagli utili alle indagini, anche se la confessione di Gaetano Maranzano, il ventottenne dello Zen che ha ammesso di aver sparato, ha già tracciato la linea principale dell’inchiesta. Resta da accertare se dietro il movente dichiarato – la presunta offesa alla compagna – si nasconda un pretesto o un contesto più complesso.