Badr Boudjemai, conosciuto da tutti come Samir, torna nella sua Algeria. Il corpo del 41enne è stato riconsegnato ai suoi familiari e dopo le preghiere della comunità algerina di Palermo sarà trasferito e sepolto nel suo Paese. Commozione durante la chiusura della bara per il dolore dei familiari e per le urla strazianti della madre, della sorella e della moglie.
Poi compostezza e preghiera di amici e conoscenti davanti alla camera mortuaria del Policlinico di Palermo. Tanti i connazionali e gli amici italiani che si sono radunati per un abbraccio, l’ultimo, al 41enne, ucciso nella notte tra il 3 e il 4 novembre in via Roma con tre colpi di pistola sparati, a quanto sembra, dal tunisino 32enne Alì El Abed Baguera che lavorava in un ristorante concorrente a quello in cui era dipendente Samir.
Oggi si rinnova il dolore per l’ultimo abbraccio. Il 41enne è stato lavato e avvolto in un lenzuolo bianco, come prevede la sua religione. Poi l’Imam Boulaalam Abderrahmane ha pregato sulla sua bara circondata da tutti i suoi amici. La cassa con Samir è poi stata portata in spalla e caricata su un’auto che porterà i suoi resti in Algeria, lontano da quella Palermo che gli aveva permesso un lavoro e una famiglia ma in cui ha lasciato inaspettatamente e prematuramente la vita.