mercoledì, 23 Luglio 2025
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La Costa sud potrebbe rappresentare una valida alternativa alla borgata marinara

Mondello non basta: Palermo deve restituire il mare ai suoi cittadini

Mondello è lunga poco più di un chilometro e mezzo. Non una grande estensione, se si pensa che a contendersela sono centinaia di migliaia di palermitani che, durante l’estate, cercano disperatamente un angolo di sabbia dove stendere un telo e respirare un po’ di brezza marina. Non è un’impresa facile. Anzi, è praticamente un privilegio di pochi.

La Costa sud, che potrebbe rappresentare una valida alternativa alla “regina” Mondello, è da decenni fuori gioco. Inquinata, trascurata, per tanto tempo dimenticata. Un potenziale enorme che al momento, nonostante i grandi progetti di questa Amministrazione che stentano a partire, è relegato all’abbandono. Così, per fare un bagno in acque pulite, i cittadini sono costretti a lasciare la città, a salire in macchina in direzione Capaci, Isola, Terrasini, Balestrate, Trappeto, oppure Trabia, Altavilla, Cefalù… Gli “eroi” che optano per Mondello, devono scontrarsi col traffico, con posteggi introvabili – anche a pagamento – e una qualità delle spiagge libere molto bassa. Tranne per chi ha la fortuna o i mezzi di potersi permettere un posto nei lidi privati.

Qui entra in scena l’Italo Belga, società che da 116 anni gestisce buona parte dell’arenile di Mondello. È una presenza storica, certo. Ma di fatto anche una sorta di monopolio. I prezzi in alta stagione parlano chiaro: 20 euro a persona, con ombrellone e sdraio per l’intera giornata. Se si è in coppia 33, con ombrellone e due sdraio. Per molti palermitani, soprattutto per le famiglie con figli, è praticamente inaccessibile. Poi ci sono le cabine. Ma quelle sono in pratica ad uso e consumo di chi da decenni è abbonato fisso e non intende privarsene nonostante i prezzi non proprio economici.

Mondello

Ma una città come Palermo non può rassegnarsi all’idea che il mare – risorsa pubblica, naturale, comune – diventi un bene di lusso o un privilegio ereditario. Serve un cambio di rotta. Servono decisioni coraggiose.

La prima, urgente, è la bonifica della costa sud. Non se ne può più di pensare al mare di Palermo come un sogno o una speranza. Deve diventare una priorità politica, tecnica, amministrativa. Non si tratta solo di restituire spazi alla balneazione, ma di ricollegare interi quartieri come Sant’Erasmo, Romagnolo, La Bandita, Acqua dei Corsari – troppo a lungo marginalizzati – con la dimensione urbana del mare.

La seconda è una riforma vera della gestione dell’arenile di Mondello. Non ha senso che un solo soggetto tenga in mano gran parte della spiaggia. Si potrebbe – come avviene già in località vicine come Capaci – dividere il litorale in blocchi più piccoli e assegnarli tramite bando pubblico a realtà palermitane che abbiano i requisiti per gestirli: cooperative, associazioni, piccole imprese. Questo aprirebbe finalmente a un regime di concorrenza che farebbe bene ai prezzi, ai servizi e alla qualità complessiva dell’offerta. E, soprattutto, non ce ne vogliano i titolari di esse, auspichiamo una Mondello finalmente senza cabine. Perché la spiaggia, come detto, non è grandissima e quelle costruzioni riducono sostanzialmente gli spazi fruibili.

Palermo, Costa Sud

Palermo necessita di una nuova visione del mare. Non più esclusivo, ma inclusivo. Non più ostaggio della rendita, ma restituito alla città. E in questo senso la politica ha il dovere di operare, perché farsi un bagno o guardare il mare, è un diritto di tutti.

Infine, questa è la situazione dell’arenile della Costa Sud, fotograta proprio stamattina dal presidente della seconda Circoscrizione Giuseppe Federico.

“Vabbè dai tutto regolare – scrive il presidente – Tra rifiuti e accampamenti rom, ci può stare!!! Situazione attuale del litorale. Denuncio da più di un mese! Poi – conclude Federico – c’è chi vuole fare lezione di decentramento e di quello che uno deve o può fare! Appena vengono a pulire non dimenticate di venirvi a fare foto e comunicati”.

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