“Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone”. Fu questa la frase, contenuta nelle intercettazioni risalenti al 2011, che segnò la rottura tra l’ex bomber e parte della tifoseria del Palermo, legata indissolubilmente ai gol del più forte giocatore che abbia mai indossato la maglia rosanero ma ancor di più al ricordo della figura del magistrato che pagò con la vita il suo impegno contro la mafia. Adesso, però, a distanza di tredici anni, la frattura appare sanata.
Il “Romario del Salento”, infatti, prima di essere riabbracciato dalla tifoseria che lo ha tanto amato in occasione di Palermo-Cittadella, ha fatto visita alla Fondazione Falcone, accolto benevolmente da Maria Falcone, sorella del compianto Giovanni. Pare che in programma ci sia addirittura la costituzione di una scuola calcio, nel quartiere Kalsa, con la partecipazione di Miccoli e della Fondazione.
Miccoli, che già al tempo del misfatto aveva dichiarato tra le lacrime di essersi pentito di quelle dichiarazioni, può dunque adesso ritornare a far parte a tutti gli effetti della grande famiglia del Palermo, di cui ha segnato indissolubilmente la storia con le sue prodezze in campo, mettendosi alle spalle gli oltre tre anni di reclusione con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso, e soprattutto l’astio del popolo rosanero.