Il poderoso intervento antimafia che ha portato all’arresto di 50 persone ha messo in campo oltre 250 uomini. Nella notte scorsa a Palermo è stato dato un duro colpo a diversi mandamenti cittadini, in particolare a quello del quartiere Noce. La maxi operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dalla Squadra mobile sotto la guida di Antonio Sfameni, ha portato all’esecuzione di cinquanta provvedimenti cautelari emessi dal gip su richiesta della procura diretta da Maurizio de Lucia. Gli indagati devono rispondere di reati che spaziano dall’associazione mafiosa all’estorsione, dall’intestazione fittizia di beni al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

Delle cinquanta misure cautelari, diciannove persone sono state tradotte in carcere, sei hanno ricevuto la detenzione domiciliare, mentre per venticinque è scattato il fermo.
I nomi
In carcere sono finiti Antonino De Luca, Girolamo De Luca, Giuseppe Focarino, Antonino Mercurio, Michele Arena, Giovanni Bagnasco, Vincenzo Bellomonte, Ivan Rino Bonaccorso, Giuseppe Bronte, Gioacchino Di Maggio, Vittorio Di Maio, Castrese Fruttaldo, Pasquale Fruttaldo, Salvatore Gnoffo, Pietro Mira, Giuseppe Rocco, Vincenzo Ruffano, Agostino Sansone e Alessandro Scelta.
Tra coloro sottoposti ai domiciliari figurano Vincenzo D’Angelo, Salvatore Castigliola, Ignazio Cottone, Giuseppe Di Cara, Girolamo Federico e Ignazio Randazzo. I fermati sono Antonino Augello, Giuseppe Bronzolino, Onofrio Bronzolino, Maria Candura, Salvatore Candura, Mario Ferrazzano, Massimo Ferrazzano, Guglielmo Giannone, Francesco Lo Monaco, Mario Macaluso, Antonino Marino, Pietro Marino, Francesco Oliveri, Giuseppe Pitarresi, Fausto Seidita, Salvatore Peritore, Cosimo Semprecondio, Calogero Cusimano, Pietro Di Napoli, Vincenzo Tumminia, Paolo Bono, Girolamo Quartararo, Dario Pietro Bottino, Carlo Castagna e Benedetto Di Cara.

Le indagini, frutto del lavoro congiunto della Squadra mobile, della sezione investigativa del Servizio centrale operativo e del commissariato di Brancaccio, hanno permesso di ricostruire la nuova geografia criminale del mandamento della Noce, caratterizzata dalla convivenza tra vecchi boss e figure emergenti. Nonostante le fibrillazioni interne registrate negli ultimi mesi, gli equilibri si sono ricomposti in nome degli affari, confermando il controllo capillare della mafia sulle attività economiche del quartiere e la costante imposizione del pizzo sugli operatori commerciali.
Sul fronte del traffico di stupefacenti, l’inchiesta ha ricostruito canali di approvvigionamento e distribuzione di cocaina e hashish collegati a Palermo, alla Campania, a Catania e alla provincia di Trapani. Le piazze di spaccio non sono solo fisiche, ma anche virtuali, con ordini gestiti tramite Telegram, un fenomeno che conferma la capacità della mafia di aggiornarsi e adattarsi alle nuove tecnologie.
Gli arresti sono stati eseguiti nei quartieri di Brancaccio, Sperone e Bonagia, confermando ancora una volta il ruolo centrale della mafia nella regia delle attività criminali della città.




