Mattarella in visita a Palermo: un abbraccio ad una classe multietnica contro il razzismo

Un forte messaggio contro ogni forma di discriminazione dopo un episodio di razzismo avvenuto qualche mese fa a Palermo

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Una giornata memorabile e carica di significato quella vissuta oggi dagli alunni dell’Istituto Comprensivo De Amicis – Leonardo da Vinci di Palermo. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto di sorprendere una classe multietnica della scuola, simbolo di integrazione e speranza, per lanciare un forte messaggio contro ogni forma di discriminazione razziale.

L’incontro, avvenuto in un clima di grande entusiasmo, è stato un segnale tangibile della vicinanza dello Stato ai giovani colpiti da episodi di intolleranza. Lo scorso novembre, infatti, la quinta C elementare dell’Istituto era stata vittima di insulti razzisti durante un’iniziativa culturale nel cuore della città. Una classe composta da venti bambini, sedici dei quali figli di famiglie ghanesi e mauriziane, impegnati quel giorno a promuovere la lettura e il dialogo interculturale attraverso canti e musiche tradizionali.

Un messaggio di speranza e unità

Accolto con calore da studenti, docenti e personale scolastico, Mattarella ha sottolineato l’importanza dell’educazione come strumento per costruire una società più giusta e inclusiva. “La cultura e la musica abbattono i muri del pregiudizio – ha detto il Presidente – e vivere insieme, dialogare, arricchisce ciascuno di noi”.

Il momento più emozionante della visita è stato l’esibizione dell’orchestra della scuola nell’aula magna. I ragazzi delle classi secondarie hanno regalato a Mattarella e agli ospiti presenti due celebri brani di Giuseppe Verdi: il coro delle Zingarelle dalla Traviata e Va, pensiero dal Nabucco.

Mattarella: “Credete nei vostri sogni”

Concludendo la visita, Mattarella si è rivolto ai bambini con un messaggio di incoraggiamento: “Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni. Ognuno di voi ha un talento speciale, non abbiate paura di coltivarlo”.