“Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco”. Forti le parole del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dopo il no del dipartimento nazionale di Protezione civile sullo stato di emergenza per gli incendi che hanno colpito l’Isola nello scorso luglio.
Una decisione che getta ombre importanti sui rapporti politici tra il governo Schifani e Roma e che non è ben accetta anche da altre correnti politiche.
“È inaccettabile che sia stato negato lo stato di calamità richiesto a seguito della sequenza di incendi che ha devastato la nostra regione e causato 6 morti e oltre 150 milioni di euro di danni in Sicilia – ha detto il parlamentare regionale e vicecapogruppo all’ARS del Partito Democratico Mario Giambona -. Tutto ciò assume connotati politici enormi, anche alla luce del fatto che il governo Meloni ha gli stessi colori politici del governo Schifani e che a guidare il dicastero della protezione civile è Musumeci, predecessore di Schifani. Tutto ciò è gravissimo. La Sicilia continua Giammona – è lasciata sola al proprio destino. A poco valgono i comunicati del presidente della regione , il cui solo record da segnalare è per inerzia e scarsa tempestività. Rimane il tema di come garantire il risarcimento dei danni. Ecco perché – conclude il parlamentare regionale- ritengo sia indispensabile sospendere già da oggi i lavori previsti della finanziaria per comprendere al meglio se la trattativa romana garantirà i ristori. Diversamente, anche alla luce di quanto dichiarato dal presidente Schifani, bisognerà prevedere già nel maxiemendamento ogni possibile risorsa utile a garantire la copertura dei danni subiti dai siciliani”.