sabato, 7 Giugno 2025

Ha beneficiato del regime premiale previsto dalla legge per i collaboratori di giustizia

Mafia, Giovanni Brusca è un uomo libero: il boia di Capaci ha concluso la sua pena

A trentatré anni dalla strage di Capaci, Giovanni Brusca – l’uomo che azionò il telecomando che fece esplodere il tratto dell’autostrada A29 all’altezza di Capaci, uccidendo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta – è un uomo libero. Con la fine del periodo di libertà vigilata, scaduto a fine maggio, si chiude formalmente il suo percorso giudiziario.

Brusca, boss mafioso di San Giuseppe Jato, fu arrestato nel 1996 dopo anni di latitanza. Era noto non solo per il ruolo nella strage del 23 maggio 1992, ma anche per una lunga serie di delitti efferati, tra cui il sequestro e l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito, sciolto nell’acido dopo 779 giorni di prigionia.

Dopo un iniziale finto pentimento, Brusca decise di collaborare realmente con la giustizia, contribuendo a far luce su molti aspetti dell’organizzazione di cosa nostra. Grazie al regime premiale previsto dalla legge per i collaboratori di giustizia, ha ottenuto consistenti riduzioni di pena: in totale ha scontato 25 anni di carcere, ai quali sono seguiti quattro anni di libertà vigilata.

La sua scarcerazione nel 2021 sollevò forti polemiche: per molti, il peso delle sue responsabilità era troppo grande per essere bilanciato dalla collaborazione. Per altri, invece, il suo percorso rappresentava un esempio – controverso ma significativo – dell’efficacia dello Stato nel rompere l’omertà mafiosa e incentivare la dissociazione.

Ora Brusca continuerà a vivere sotto una nuova identità e lontano dalla Sicilia, protetto da un programma speciale di tutela.

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