Mafia e imprenditoria nel Palermitano: confisca da 9 milioni

Colpito il patrimonio milionario di Giuseppe Li Pera originario di Polizzi Generosa: beni, società e conti sono stati sequestrati dopo trent’anni di attività illecita

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La Direzione Investigativa Antimafia ha messo a segno un importante colpo contro le infiltrazioni mafiose nel mondo dell’imprenditoria siciliana. È stato eseguito un provvedimento di confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta su proposta del direttore della DIA, nei confronti di Giuseppe Li Pera, imprenditore di 73 anni originario di Polizzi Generosa (Palermo) ma residente a Caltanissetta da anni. L’uomo è stato al centro dell’inchiesta “Mafia e appalti” che ha svelato, negli anni, il profondo intreccio tra la criminalità organizzata e il sistema degli appalti pubblici.

Il Geometra Li Pera sarebbe stato uno dei soggetti più in vista nel cosiddetto sistema Siino, con cui cosa nostra controllava gli appalti pubblici con la compiacenza di politici e funzionari pubblici. A quell’epoca Li Pera era dipendente della “Rizzani de Eccher”, società del Nord Italia attiva nei lavori pubblici anche in Sicilia.

Il provvedimento di confisca ha riguardato un patrimonio di enorme valore, stimato in oltre 9 milioni di euro. Tra i beni sottratti figurano l’intero capitale sociale e i beni strumentali di tre ditte, partecipazioni in altre cinque società di capitali, sette immobili, quattro autoveicoli e ben 22 rapporti bancari. Un reticolo economico che, all’apparenza, poteva sembrare autonomo, ma che le indagini hanno dimostrato essere saldamente connesso con la criminalità organizzata.

Un’indagine complessa

Su Li Pera posero gli occhi anche i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nell’ambito dell’inchiesta su mafia e appalti

Il risultato arriva dopo un’articolata attività investigativa condotta dal Centro Operativo della DIA di Caltanissetta, che ha ripercorso oltre trent’anni di attività di Giuseppe Li Pera, dalla metà degli anni ’80 fino a oggi. L’imprenditore, già condannato definitivamente nel 2007 per associazione mafiosa (art. 416 bis c.p.), è stato descritto dagli inquirenti come una figura centrale nel sistema di relazioni tra il mondo mafioso e quello imprenditoriale. La sua pericolosità sociale e l’ascesa economica sono state rese possibili da continui rapporti con esponenti di spicco della mafia siciliana, che gli hanno garantito vantaggi illeciti nell’aggiudicazione e gestione di appalti.

Le indagini hanno evidenziato come, già alla fine degli anni ’80, Li Pera, allora dipendente della “Rizzani de Eccher” attiva nelle grandi opere, si prodigasse per ottenere illeciti vantaggi per l’azienda. Grazie alla sua vicinanza ai clan mafiosi, l’imprenditore riuscì a costruire un vero e proprio impero economico, sfruttando imprese a lui intestate o riconducibili tramite prestanomi. Questo gli permise non solo di arricchirsi illecitamente ma anche di consolidare un sistema imprenditoriale che favoriva gli interessi mafiosi, in cambio di protezione e appoggi da parte dei boss.