Quando si parla di lidi balneari si prendono ad esempio litorali come quelli di Forte dei Marmi, Rimini, Cesenatico, di certo molto organizzati e funzionali. Ma c’è un tratto di costa del Palermitano che merita una menzione speciale e che può tranquillamente essere preso da modello. È quello di Capaci. Ma non tutti forse ricordano o sanno che il mare del comune palermitano, per diversi decenni fu inibito ai capacioti e a chi non godeva di alcuni privilegi.
La spiaggia dei privilegiati
Fino al 1989, infatti, il litorale che parte dal Saracen e sale verso ovest, era a uso e consumo di stabilimenti balneari che appartenevano a Cral e a dopolavoro. L’accesso all’arenile e al mare era concesso ad impiegati delle Poste, a poliziotti, a membri dell’esercito, e ad altri professionisti o lavoratori che godevano di sconti e offerte speciali in quanto membri di categorie specifiche. Per fare un bagno o prendere un po’ di sole, se non si apparteneva ad una cerchia convenzionata, bisognava imbucarsi oppure fare amicizia con un postino, con un militare, con un poliziotto o altro lavoratore privilegiato. L’unico spazio lasciato libero era il tratto finale, naturalmente totalmente lasciato all’incuria e al degrado.

I ragazzi dell’88
Fu un gruppo di giovani, quelli che furono definiti i ragazzi dell’88, che riuscirono con determinazione a cambiare le cose, contribuendo, non poco, a far diventare Capaci l’ottimo modello balneare che noi tutti conosciamo. In questi giorni, in cui si parla tanto di spiagge attrezzate troppo care e dopo l’iniziativa del deputato regionale Ismaele La Vardera che con il suo blitz a Mondello è riuscito ad ottenere dall’assessore Giusi Savarino un provvedimento che costringe alla rimozione di tornelli e staccionate da tutti i lidi siciliani, il “modello Capaci” e le lotte che furono portate avanti per concedere il mare a tutti, tornano d’attualità. Un esempio da seguire e, perché no, da imitare.

A raccontare al Quotidiano di Palermo quelle lotte e la nascita di quel modello, è il noto fotografo di Capaci Antonio Vassallo, che nell’88 fu tra i protagonisti di quella conquista che portò, addirittura, all’elezione di un sindaco in rappresentanza di quel gruppo di giovani rivoluzionari. Un primo cittadino, Pietro Puccio, che dopo trentanni è tornato ad essere il primo cittadino di Capaci.
L’intervista ad Antonio Vassallo
