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domenica, 14 Luglio 2024

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Le fragilità e la forza di Asia in tv: dopo lo stupro cerca un abbraccio

L'opinioneLe fragilità e la forza di Asia in tv: dopo lo stupro cerca un abbraccio

La giovane palermitana, violentata da sette ragazzi a luglio in un cantiere abbandonato al foro Italico di Palermo, è stata ospite di Avanti Popolo su Rai tre

Asia Vitale ci ha messo la faccia, in prima serata, su un canale Rai. La palermitana abusata nella notte tra il 7 e l’8 luglio all’interno di un cantiere abbandonato al foro Italico di Palermo, ha rilasciato un’intervista alla giornalista Nunzia De Girolamo. Lo ha fatto senza veli, a volto scoperto, mostrandosi in faccia, con la sua forza e le sue fragilità. Due elementi, la forza e la fragilità, che cozzano l’uno con l’altro.

Asia sembra avere una corazza fuori, ma dentro mostra i segni di un’infanzia difficilissima: un padre violento e la morte della madre, il suo angelo custode, in età adolescenziale, proprio nel pieno della maturazione da bimba a donna, il passaggio da una comunità ad un’altra, l’incertezza e la mancanza del calore familiare, l’hanno disorientata. Cercava l’amore e invece ha trovato violenza. L’ha scoperta col padre, l’ha ritrovata con un fidanzato che la picchiava e in un altro uomo che l’aveva tolta dalla comunità, dandole speranze di un futuro migliore, ma che una sera, all’improvviso, l’ha abbandonata in piazza Indipendenza. Asia lo ha aspettato sulla panchina, giorno e notte, per tre giorni, ma lui non è più ritornato. Una violenza che la ragazza ha rivisto, ancora una volta, negli occhi di quei sette ragazzi, quando completamente ubriaca è stata portata nel cantiere della vergogna. Tra loro c’era Angelo, un ragazzo di cui si era innamorata perdutamente. L’aveva tenuta a galla, a mare, nell’acqua alta, dicendole che non l’avrebbe fatta annegare. Proprio ció che le mancava. Ma erano parole al vento. Anche lui l’ha tradita facendole una violenza inaudita. È stato l’unico a non partecipare materialmente a quel vile abuso sessuale, ma era colui che filmava la scena. Probabilmente un atto premeditato e progettato a dovere. Angelo riprendeva con lo smartphone mentre in due – tre la tenevano dai fianchi facendole male. Nel frattempo altri la tiravano per i capelli, mentre Asia veniva violentata brutalmente e urlando “basta”, abbagliata dalla torcia di quel telefonino che la inquadrava, si lasciava andare priva di sensi. Senza vestiti, in preda ai dolori, senza forze, la ragazza chiedeva aiuto a due donne che passavano dal foro Italico, mentre quei sette, che l’avevano abbandonata a terra come un oggetto, mangiavano divertiti un pezzo di rosticceria.

“Mi manca un abbraccio quando piango” – ha detto a Nunzia De Girolamo alla fine del programma Avanti Popolo. Una frase che ha commosso la giornalista e moltissimi telespettatori. Ma non tutti. Basta aprire i social per rendersi conto che in tanti hanno già etichettato la ragazza. “Mostra il culo su instagram”, “È andata in tv per mettersi al centro dell’attenzione e per trovare un lavoro”, “Li ha provocati, ha le stesse colpe degli stupratori”, “Se fosse stata mia figlia l’avrei chiusa a chiave e non l’avrei più fatta uscire da casa”. Lei li legge i commenti, alla De Girolamo ha anche confessato che avrebbe voluto farla finita proprio per questo. Ma poi è uscita quella forza che è in lei, in mezzo a tanta fragilità e insicurezza, che forse non sapeva di avere. E ha reagito. Seduta sulla poltrona di Avanti Popolo ha rappresentato per una sera, col suo coraggio, tutte quelle donne che non ce la fanno, che preferiscono, spesso per paura anche di essere giudicate, soffocare un trauma e le ferite di sevizie e abusi.

Quei commenti fanno ribrezzo. La maggior parte di essi trovano una giustificazione alla violenza sessuale. “Ci stava, se l’è cercata”. Ció che dovrebbe distinguerci dagli animali è che noi uomini abbiamo un’intelligenza che ci permette di frenare l’istinto. Quei sette ragazzi non si sono fermati davanti alle urla, al dolore, ai malori. Anzi, a quanto pare, la deridevano mentre gridava e piangeva. Ubriaca. Sono andati avanti come animali, in maniera disumana. Chi ha abusato di lei, tra l’altro, anche a mente fredda, ha continuato a violentarla, diffondendo il video dell’abuso, vantandosi con gli amici per quell’orgia da film per adulti, pensando addirittura di fargliela pagare per quella denuncia.

Asia è andata via da Palermo, ospite di un’altra comunità in cui dovrebbe sentirsi protetta. Lei nel frattempo sogna una vita migliore, senza violenza e senza pregiudizio. Continua a postare sui social, mostrandosi come ha sempre fatto, senza vergogna. Perché in tutta questa storia non è certo lei che deve vergognarsi.

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