La Saguto portata ai Pagliarelli. Il figlio ai giornalisti: “Mi faccio arrestare, vergognatevi”

L'uomo voleva impedire ai cronisti di fotografare o filmare l'uscita della madre dalla clinica in cui si trovava per problemi depressivi

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Saguto arrestata
L'arresto di Silvana Saguto - foto Palermotoday tv

I finanzieri sono andati nella clinica Villa Margherita di via Marchese di Villabianca a prenderla nella tarda serata di ieri per arrestarla. Silvana Saguto, condannata giovedì con sentenza definitiva a 8 anni e 10 mesi per corruzione, sta male, soffre di patologie depressive. A cercare di proteggerla il figlio che ha inveito contro i giornalisti dicendo loro che non avevano il diritto di fotografare o di filmare l’arresto di sua madre. “Mi faccio arrestare – ha gridato – vergognatevi“. I cronisti si trovavano all’esterno del cancello della clinica, quindi in uno spazio pubblico, e stavano semplicemente documentando un arresto eccellente, l’arresto di un ex magistrato senza scrupoli che, insieme a quello che è stato soprannominato “il cerchio magico”, ha rovinato imprenditori e famiglie. La Saguto, radiata dalla magistratura, ha gestito illecitamente le nomine degli amministratori giudiziari dei beni sequestrati e confiscati alla mafia scegliendo solo professionisti molto vicini a lei, ottenendo in cambio favori e regali.

Facevano parte del suo cerchio magico l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, re degli amministratori giudiziari, condannato a 7 anni e 7 mesi; suo marito, l’ingegnere Lorenzo Caramma, condannato, come in primo grado, a 6 anni e due mesi. Ma i professionisti e le autorità coinvolti in questo scandalo sono tanti. Come l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, per lei 3 anni, il professore dell’università Kore di Enna ed ex amministratore giudiziario Carmelo Provenzano (6 anni e 10 mesi), l’amministratore giudiziario Roberto Santangelo (4 anni e 2 mesi), il tenente colonnello della guardia di finanza Rosolino Nasca (2 anni e 8 mesi), l’ex preside della facoltà di Giurisprudenza della Kore di Enna Roberto Di Maria (un anno e 10 mesi). E poi lo stesso Emanuele Caramma, figlio della Saguto (4 mesi), Maria Ingrao e Calogera Manta, moglie e cognata di Provenzano (2 anni e 8 mesi).

No comment su chi dovrebbe davvero vergognarsi…

Ha dunque passato la notte in carcere Silvana Saguto. Ma il suo legale spera per poco. L’avvocato Ninni Reina, che difende l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, ha preannunciato che contesterà il provvedimento, in quanto la sentenza emessa dalla Procura generale di Caltanissetta nei confronti dell’ex magistrato è definitiva ma la condanna no, visto che dovrà essere rideterminata la pena che, in teoria, non dovrebbe essere inferiore ai 4 anni, limite al di sotto del quale si potrebbero ottenere altre misure in alternativa al carcere, come la messa in prova ai servizi sociali.