Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato continuerà ad appartenere all’associazione che da anni ne custodisce la storia e il valore civile. All’asta tenutasi stamattina nella sede della società Astelegale.net di Palermo, l’associazione Casa Memoria ha riacquistato il bene per 87mila euro, mettendo fine a una lunga vicenda giudiziaria che aveva rischiato di spogliare la comunità di un luogo simbolo dell’antimafia.
A sorpresa — ma forse non troppo — nessuna offerta è giunta dalla Regione Siciliana, che pure avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione per salvaguardare un bene riconosciuto di importanza socio-culturale. La Regione Siciliana ha comunque ancora 60 giorni per esercitare un eventuale diritto di prelazione
Un’asta affollata, ma una sola offerta per Casa Memoria
La vendita, suddivisa in diversi lotti, riguardava diversi beni intestati a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978. Alcuni immobili sono stati esclusi dall’asta perché risultati abusivi, come l’abitazione di Giovanni stesso. In totale, sono arrivate 35 buste, sia telematiche che cartacee, ma soltanto una proposta ha riguardato Casa Memoria: quella dell’associazione, presieduta da Luisa Impastato, che ha puntato esclusivamente a riottenere il bene compreso nel lotto numero 2, con un’offerta poco superiore alla base d’asta (circa 86mila euro).
Una vicenda giudiziaria lunga e amara
La messa all’asta è stata la conseguenza di un contenzioso legale tra Giovanni Impastato e l’attore Dario Tindaro Veca, che vantava un credito di circa 130mila euro. A inasprire la situazione debitoria è stato l’intervento dell’Agenzia delle Entrate, che ha preso parte alla procedura per un debito di circa un milione e 300mila euro contratto da Giovanni Impastato.