Il Bayesian, il veliero di lusso affondato la notte del 19 agosto 2024 al largo di Porticello, continua a trascinare con sé morte e silenzio. L’ultima vittima è Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39 anni, sub professionista olandese tra i più esperti d’Europa, impegnato nelle delicate operazioni di recupero del relitto.
Huijben è morto durante un’immersione, in circostanze ancora da chiarire. Stava lavorando al fianco di oltre ottanta specialisti per riportare alla luce lo scafo in alluminio del Bayesian, lungo oltre 40 metri e dotato di un albero di 75 metri, tra i più alti al mondo. Una sfida tecnica imponente, affidata a due delle più grandi gru galleggianti d’Europa, la Hebo Lift 10 e la Hebo Lift 2, attraccate a Termini Imerese.
Ma quel relitto nasconde un senso di inquietudine. Dal giorno del naufragio, in cui persero la vita sette persone, incluso il magnate britannico Mike Lynch.
Huijben era noto nell’ambiente per la sua competenza e freddezza in situazioni estreme. Aveva partecipato a missioni nei mari del Nord, nelle piattaforme petrolifere e in scenari post-bellici. Ma proprio nel tranquillo mare siciliano ha trovato la morte, inspiegabilmente.
Le autorità hanno aperto un’inchiesta, mentre le operazioni sono state sospese in segno di lutto. Sul fondale, intanto, il Bayesian resta immobile, come se custodisse qualcosa di più di una semplice tragedia nautica.