La Galleria delle Vittorie di Palermo: grande incompiuta, riadattata e abbandonata

In un reel, lo staff di Palermo Rewind ci racconta la storia di un progetto ridimensionato e di un bene storico che per anni fu lasciato al degrado. Dal 2018 una timida rinascita...

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Ogni grande città ha la sua galleria: Napoli vanta la maestosa Galleria Umberto I, Milano l’elegante Galleria Vittorio Emanuele II. E Palermo? Anche il capoluogo siciliano ha avuto il suo progetto ambizioso, un sogno nato negli anni ’20 del Novecento, rimasto incompiuto e poi riadattato in una versione ridotta: la Galleria delle Vittorie.

Alla fine dell’Ottocento, l’area tra via Maqueda e l’attuale via Roma era occupata dal quartiere Conceria, un dedalo di vicoli angusti e malsani. Le autorità dell’epoca decisero di abbattere l’intero rione per far spazio a una nuova visione della città, più moderna e salubre.

Fu il cavaliere Michele Utveggio a intuire per primo il potenziale di quell’area: immaginava una grande galleria coperta a vetri, ispirata alle meravigliose strutture che nel frattempo nascevano in Italia e in Europa. Il suo progetto del 1925, avrebbe dovuto dare a Palermo una galleria ancora più sontuosa di quelle di Milano e Napoli. Tuttavia, l’idea rimase sulla carta e il sogno di Utveggio svanì.

La nascita della Galleria delle Vittorie

Bisognò aspettare il 1935 per vedere sorgere una galleria, seppur di dimensioni più modeste. In pieno periodo fascista, nell’area precedentemente destinata al progetto di Utveggio, fu realizzata la Galleria delle Vittorie, il cui nome celebrava i successi coloniali della guerra in Etiopia. La struttura, caratterizzata da un ampio lucernario metallico, era un punto d’incontro per i palermitani, un luogo dove commercio e vita sociale si intrecciavano sotto la luce filtrata dalle vetrate artistiche di Gregorietti.

Il declino e la “rinascita”

Come molte altre opere del ventennio fascista, la Galleria delle Vittorie subì un lungo periodo di abbandono nel dopoguerra. I negozi chiusero uno dopo l’altro, gli affreschi di Amorelli sbiadirono e la pavimentazione, con le sue piccole tessere bianche e nere, perse il suo splendore originale.

Nel 2018 la riapertura dei cancelli della Galleria delle Vittorie

Tuttavia, negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Grazie all’impegno dell’imprenditore Filippo Genovese e al locale Mak Mixology, la galleria ha iniziato a riprendere vita.

“Ho affittato questi locali nel 2016, quando erano completamente diroccati e in stato di abbandono – racconta Genovese -. Dopo aver messo in sicurezza la galleria, ho avuto la fortuna, nel 2018, di riaprire i cancelli, dando al locale un tema anni ’30. Abbiamo in progetto almeno il ripristino delle vetrate per la copertura, ma serve tanta manutenzione. Stiamo cercando di avvicinarci a quando era agli antichi splendori”.

La Galleria delle Vittorie oggi, pur mantenendo le cicatrici del tempo, rappresenta un esempio di recupero urbano, un luogo dove storia e modernità si incontrano tra le ombre del passato, l’attualità e il futuro.