giovedì, 9 Ottobre 2025
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I firmatari chiedono al sindaco di spiegare “quali atti e iniziative intenda adottare al fine di garantire la massima trasparenza e legalità nella gestione delle aree demaniali del litorale palermitano

Italo Belga, si dimette Mimmo Genova: chiesto consiglio comunale straordinario su Mondello

La tempesta che da settimane scuote la società Italo Belga, storica concessionaria della spiaggia di Mondello, produce le prime conseguenze concrete. Mimmo Genova — figura al centro delle polemiche legate alla gestione del litorale e ai legami familiari con la mafia — avrebbe presentato una lettera di dimissioni dalle cariche ricoperte nella società. Una decisione maturata dopo giorni di forte pressione mediatica e politica, e dopo la denuncia pubblica lanciata dal deputato regionale Ismaele La Vardera che aveva segnalato «scenari inquietanti» sulla gestione della spiaggia di Palermo.

Le dimissioni, secondo quanto trapela, sarebbero motivate dal desiderio di «tutelare la serenità della famiglia» e «non danneggiare ulteriormente l’immagine dell’azienda», ma arrivano in un momento in cui l’intera vicenda assume contorni sempre più istituzionali.

I consiglieri chiedono un Consiglio comunale straordinario

Sulla scia del clamore mediatico e delle indagini avviate, cinque consiglieri comunali — Carmelo Miceli, Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Fabio Giambrone e Mariangela Di Gangi — hanno firmato una richiesta formale di convocazione urgente del Consiglio comunale, da tenersi alla presenza del sindaco. All’ordine del giorno, un punto preciso: vicenda Italo-Belga e tutela dell’immagine della città di Palermo.

Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio comunale, i consiglieri sottolineano che la stampa locale e nazionale ha dedicato ampio spazio alle vicende relative alla concessione demaniale della società Italo Belga, “attiva da decenni nella gestione del litorale di Mondello”, e denunciano “diversi e allarmanti elementi di opacità nella gestione della concessione, in particolare la possibile ingerenza di famiglie mafiose nelle attività della società”.

Il documento evidenzia come la vicenda abbia generato un “clamore mediatico” tale da “sollevare dubbi nell’opinione pubblica sulla legalità, la trasparenza e l’efficacia dell’azione amministrativa”, in un ambito ritenuto cruciale per l’economia, il decoro urbano e l’identità turistica della città.

Le indagini e le responsabilità istituzionali

La Commissione Antimafia della Regione Siciliana e la Commissione Bicamerale Antimafia hanno già aperto un’istruttoria sulla gestione della concessione. I consiglieri comunali, pur riconoscendo che le competenze dirette sul rilascio delle concessioni demaniali spettano alla Regione, ricordano che il Comune di Palermo non ha ancora approvato il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), documento fondamentale che regola l’uso delle aree costiere e al quale devono uniformarsi gli atti concessori regionali.

Secondo quanto riportato nella richiesta, “in assenza del PUDM, le concessioni sono da considerarsi illegittime”. Da qui la denuncia di un’inadempienza amministrativa che rischia di pesare sulla stessa credibilità dell’Ente locale.

I firmatari chiedono al sindaco di spiegare “quali atti e iniziative di propria competenza intenda adottare, anche in raccordo con gli organi regionali e statali, al fine di garantire la massima trasparenza e legalità nella gestione delle aree demaniali del litorale palermitano, e per avviare un processo di confronto pubblico sul futuro di Mondello”.

La polemica sulla nota del sindaco

Un ulteriore motivo di scontro politico è rappresentato dalla nota stampa diffusa dal sindaco, che — attraverso i propri legali — ha annunciato azioni giudiziarie contro chi “continuerà ad affrontare pubblicamente la vicenda con toni diffamatori”. Una mossa che i consiglieri definiscono “una diffida dal sapore intimidatorio e antidemocratico”, sottolineando che “a fronte della rilevanza pubblica della questione, sarebbe stato più opportuno un atto di chiarezza politica e amministrativa”.

Gli stessi consiglieri accusano inoltre l’amministrazione di “inerzia” e di “mancata presa di posizione pubblica” su un tema che tocca la legalità e il decoro urbano, chiedendo che il dibattito venga finalmente portato in aula consiliare, alla presenza del sindaco e della giunta.

Una questione che riguarda l’immagine della città

Il caso Italo Belga non è più soltanto una questione di gestione demaniale, ma una vicenda che coinvolge direttamente l’immagine e la reputazione della città di Palermo. Il rischio, sottolineano i consiglieri, è che “una gestione percepita come opaca o inadeguata possa ledere l’immagine pubblica della città, sia sul piano nazionale che internazionale”.

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