Dall’illusione al pessimismo, il Palermo nello Zibaldone

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Il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni. Così scriveva Leopardi nello Zibaldone. Quel piacere troppo presto sfociato in euforia nei primi quarantacinque minuti di Cremonese Palermo ha sicuramente generato una diminuzione della soglia di attenzione nei giocatori rosanero ieri.

L’inizio della ripresa è stato il peggiore incubo vissuto in questa stagione per i tifosi, anche ieri numerosi, che hanno invaso il vecchio Zini. Nessuno poteva certo immaginare che il Palermo lasciasse nello spogliatoio il bel gioco, la concentrazione e la voglia di vincere. Quel sacro furore agnostico svanito insieme alla sagacia tattica è rimasto soffocato nelle trachee dei nostri insieme al torrone, specialità della città lombarda, degustato troppo presto.

Ci stava il pareggio nei pronostici della vigilia e probabilmente nei desiderata dei tifosi. I grigiorossi hanno una rosa almeno pari in termini di qualità a quella dei rosanero ma certamente il doppio vantaggio e l’uomo in più autorizzavano sogni di gloria ed un secondo posto in classifica alla portata dei nostri. Ancora alla portata, diciamo con certezza, perché i rosa hanno tanto potenziale inespresso.

Adesso Corini e i suoi dovranno lavorare sull’aspetto mentale più che su quello tattico. C’è già un impegno da affrontare martedì. Uno di quelli da non prendere sottogamba con la Ternana, squadra di bassa classifica, che arriverà al Barbera alla ricerca di punti salvezza. Contro le cosiddette piccole il Palermo ha quasi sempre sofferto e spesso steccato. Occorre una inversione di tendenza per non trasformare l’entusiasmo dei tifosi degli ultimi tempi in un pessimismo cosmico tanto caro proprio del poeta di Recanati citato in apertura.