Questo Palermo non ha mezze misure. Dopo la figuraccia contro il Cosenza, sfreccia in laguna come un aquascooter truccato e senza strozzature, vincendo una partita – tutto sommato – senza soffrire. Tripletta di Mago Brunori (anche se non vorremmo essere nei suoi panni quando Lucioni gli farà notare che gli letteralmente scippato un gol) e tre punti strameritati che fanno volare i rosa in classifica.
Corini propone un Palermo anti Venezia con qualche novità. Se Lund per Aurelio era una mossa abbastanza prevedibile e il terzetto offensivo Insigne – Di Francesco – Brunori era quotato 1.01, un po’ più a sorpresa è stata la scelta dei “Calypso Boys” Gomes e Coulibaly in mediana (con Segre e Stulac in panca).
La prima occasione della partita è subito hard, anzi VARd. Dai e vai Lund-Brunori nell’area veneta con il terzino danese messo a terra. Per l’arbitro Baroni è rigore ma tutto viene congelato in attesa di sapere dalla stanza dei bottoni se ci sia o meno un fuorigioco rosanero. Dopo più o meno 485 minuti ad aspettare, il direttore di gara conferma: è penalty. Dal dischetto va Brunori aggiungendo suspense a suspense: palla da una parte, portiere dall’altra, il Palermo è avanti di uno e Mago Brunori cancella, finalmente, lo 0 alla casella gol segnati. Dopo un giallo per l’arancioneroverde Busio, una bella verticale nello spazio di Insigne mette Di Francesco davanti la porta, ma il 17 calcia debolmente e si fa rinviare il tiro da Altare. Al 20° Vanoli costretto al primo cambio: esce Sverko per infortunio ed entra Zampano. Il Palermo tiene bene il campo e solo al 30° si intravedono barlumi di venezianità: un colpo di testa di Gytkjaer a lato sulla sinistra di Pigliacelli. Il Venezia prende il pallino del gioco e, dopo un altro giallo (stavolta allo Zio Lucioni), potrebbe già pareggiare al 46° con un rigore in movimento divorato da Pohjanpalo. Proprio il finlandese, sul gong del primo tempo, gela la squadra di Corini approfittando di un rimpallo in area e freddando Pigliacelli. Non c’è più tempo: tutti negli spogliatoi.
Monologo del Venezia nel primo quarto d’ora della riipresa con i rosa che si affacciano timidamente dalle parti di Joronen solo con un tiro di Insigne. Ma è una specie di tiro al bersaglio con il Palermo che si limita a respingere le folate offensive. Al 60° Mago Brunori si inventa una delle sue giocate: dribbling secco e sinistro a giro. Parata da pallone d’oro di Joronen che mette in angolo. Sul corner che ne scaturisce spunta il capoccione di Lucioni che colpisce un pallone che sarebbe finito in rete. Sarebbe perchè è Brunori che la tocca per ultimo rubandogli di fatto il gol e siglando una doppietta. Palermo di nuovo avanti, quindi, e subito un triplo-cambio-carpiato-rovesciato di Corini: Aurelio, Mancuso e Segre per Lund, Di Francesco e Insigne. Risponde Vanoli un minuto dopo con Lella fuori per Bjarkason, Busio fuori per Anderssen e Gytkjaer fuori per Pierini. Tegola per Corini che perde il fido Mateju: al posto del ceco entra al 72° Nedelcearu, all’esordio assoluto in stagione. Il tecnico rosanero ultima i suoi slot al 77°, inserendo Henderson al posto Vasic.
Ci prova Pierini con un tiro da fuori ma è troppo poco per impensierire Pigliacelli. Mossa della disperazione per Vanoli al minuto 82 con il russo Cheryshev che sostituisce Candela, ma il Venezia non sembra avere più tanta benzina e di impensierire i rosanero non se ne parla. Sigillo finale al 92° con Brunori che sigla la sua personale tripletta dopo un assist pazzesco di Mancuso. Fischio finale al Penzo, si gode nel settore ospiti, si gode fra i tifosi rosanero: guardare la classifica stasera è un balsamo per tutte le anime rosanero.