venerdì, 1 Agosto 2025
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L'imprenditore teme anche potenziali vendette trasversali dopo quanto uscito che potrebbero mettere a rischio concreto la sua incolumità e quella dei suoi familiari

Hotel Garibaldi, Cristiano si difende: “Mai conosciuto Brusca, avvierò azioni legali per diffamazione”

«Non l’ho mai conosciuto, né incontrato in vita mia». Giorgio Cristiano, imprenditore palermitano classe 1992, rompe il silenzio attraverso il suo legale per respingere ogni accostamento alla figura del boss mafioso Giovanni Brusca, e annuncia azioni legali per tutelare la propria onorabilità e sicurezza personale.

La vicenda riguarda la gestione dell’hotel Garibaldi, noto albergo di Palermo, oggi affidato alla Cribea srl, società amministrata proprio da Cristiano. Negli ultimi giorni, il suo nome è finito al centro di un’esposizione mediatica che, secondo l’avvocato difensore, ha travalicato i limiti della cronaca, insinuando dubbi infondati sulla legittimità dell’operazione imprenditoriale e sulla sua figura personale.

«Il dottor Giorgio Cristiano non ha mai avuto alcun rapporto con Giovanni Brusca» – sottolinea il legale in un comunicato inviato agli organi di stampa. «Suo malgrado – aggiunge – esisteva in passato un mero rapporto di affinità, legato al matrimonio tra il Brusca e la sorella del padre del mio assistito, un’unione terminata da oltre dieci anni con il divorzio». Una precisazione netta, che chiarisce come non vi sia alcun vincolo di sanguefrequentazioni dirette con l’ex boss, oggi collaboratore di giustizia.

La difesa si sofferma anche su un altro punto ritenuto centrale nella distorsione della narrazione pubblica: la natura dell’immobile in cui ha sede l’hotel Garibaldi. «Non è corretto – precisa l’avvocato – dire che l’hotel sia un bene confiscato alla mafia. Solo una porzione dell’unità immobiliare di via Emerico Amari, riconducibile alla Cedam srl, è stata oggetto di confisca. L’attività alberghiera, invece, era stata avviata da F. Ponte S.p.a., a sua volta estranea a qualsiasi vicenda penale, e destinataria in passato di un procedimento di prevenzione conclusosi con la restituzione di tutti i beni».

È stato proprio in seguito allo sfratto per morosità della F. Ponte che la Cribea srl ha ottenuto dal Tribunale delle misure di prevenzione l’autorizzazione a subentrare nella locazione. L’operazione è avvenuta con il parere favorevole della Procura, della Questura e dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, dopo che lo stesso Tribunale era stato messo a conoscenza del passato rapporto di affinità familiare, ritenuto ininfluente e privo di rilievo ostativo.

Nel comunicato, l’avvocato sottolinea anche che le iniziative imprenditoriali condotte da Giorgio Cristiano negli anni sono sempre avvenute con il coinvolgimento di professionisti stimati e, dove necessario, con le dovute autorizzazioni dell’autorità giudiziaria.

Ma a preoccupare maggiormente oggi è il clima generato da ciò che la difesa definisce una «diffamatoria campagna mediatica», culminata persino in un’interpellanza parlamentare. Un’esposizione che – si legge ancora nella nota – «potrebbe esporre il dott. Cristiano a potenziali vendette trasversali, mettendo a rischio concreto la sua incolumità e quella dei suoi familiari».

Per questo, il giovane imprenditore ha già sporto querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di alcuni autori e direttori responsabili di articoli ritenuti lesivi. Il suo legale ha infine diffidato chiunque dal proseguire in quello che viene definito un “accostamento suggestivo e fuorviante”, riservandosi ulteriori azioni a tutela dell’immagine e della sicurezza del suo assistito.

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