Un silenzio carico di emozione, un campo di calcio trasformato in altare, un pallone che rotola lento verso la porta. Dopo i funerali celebrati al Duomo di Monreale, la bara bianca di Andrea Miceli ha fatto un’ultima tappa nel luogo che più di ogni altro raccontava la sua passione: il campo sportivo del Real Pioppo, la squadra in cui giocava e sognava con la maglia numero 10.

Ad attenderlo, i compagni di squadra, ancora con le lacrime agli occhi, hanno preparato un momento simbolico che resterà impresso nel cuore di chi c’era. Hanno inscenato un’azione di gioco, come tante vissute insieme durante gli allenamenti e le partite, e hanno fatto “segnare” Andrea. Il pallone è entrato in rete mentre la bara bianca veniva accompagnata fin sotto la porta, come se fosse ancora lì, a vivere il suo momento di gloria.

Poi, in un gesto spontaneo e potentissimo, i compagni si sono stretti attorno alla bara, abbracciandola come si abbraccia un amico dopo un gol importante. Nessuna parola, solo lacrime, sguardi, e un dolore condiviso che il calcio – ancora una volta – ha saputo trasformare in memoria viva, in gesto d’amore.

Andrea era un compagno leale, un amico. E oggi ha segnato il suo ultimo gol, quello più doloroso e simbolico.