Con l’insediamento di Giuseppe Ferrarello alla guida dell’Ente Parco delle Madonie si apre una nuova fase per una delle aree naturali più preziose della Sicilia che custodisce biodiversità, identità culturale e tradizioni secolari.
In questa intervista, il neo presidente già sindaco del comune di Gangi, parla della sua visione strategica per il futuro del Parco e degli obiettivi che intende perseguire fin dall’inizio del suo mandato, tra continuità e innovazione, ascolto del territorio e valorizzazione delle Madonie come patrimonio da proteggere e far crescere.
Intervista al nuovo presidente
Quali sono le tre priorità assolute del suo mandato come presidente dell’Ente Parco delle Madonie?
“Mi sono insediato da poco e ritengo un atto di responsabilità istituzionale ascoltare, osservare e comprendere a fondo prima di assumere posizioni definitive. Tuttavia, vi sono priorità che si impongono con chiarezza. La prima riguarda la gestione della fauna selvatica, una questione molto complessa e non più rinviabile, che incide in maniera significativa sull’economia agricola, e non solo, del territorio. I danni subiti dagli agricoltori raggiungono ormai cifre considerevoli e richiedono interventi strutturati, credibili e tempestivi, sia sul piano della prevenzione sia su quello dei ristori. La seconda priorità è il miglioramento e la riqualificazione della rete sentieristica, affinché il Parco sia sempre più fruibile, sicuro e in linea con la sua vocazione di area naturalistica protetta. La terza riguarda il rilancio del patrimonio immobiliare del Parco, a partire, ad esempio, da Palazzo Rampolla e dagli altri beni presenti all’interno dell’area, attraverso una progettazione attenta che li renda sostenibili dal punto di vista strutturale e pienamente funzionali sotto il profilo turistico e culturale”.
Quale visione ha per il Parco a medio e lungo termine, e cosa intende cambiare rispetto alla gestione precedente?
“La mia visione per il Parco delle Madonie si colloca nel segno del progressivo rafforzamento dell’azione istituzionale. Ogni fase amministrativa lascia un patrimonio di esperienze, competenze e risultati che meritano attenzione e rispetto. Il compito di chi subentra è allora quello di valorizzare quanto di positivo è stato costruito, aggiornandolo alle nuove esigenze del territorio e alle sfide che attendono le aree protette e che ogni giorno si presentano. Guardiamo avanti con fiducia. Intendo lavorare su una maggiore integrazione tra tutela ambientale, sviluppo sostenibile e partecipazione delle comunità locali, consolidando i processi di programmazione e rafforzando il dialogo tra istituzioni, operatori turistici, associazioni e cittadini tutti. Il Parco deve continuare a crescere e dobbiamo proiettarci nel futuro
con coerenza, responsabilità e spirito di servizio”.
Quale strategia intende mettere in atto per rilanciare il turismo sostenibile nel Parco, soprattutto fuori stagione?
“L’obiettivo è chiaro e ambizioso: far vivere il Parco delle Madonie 365 giorni l’anno, senza forzature e nel pieno rispetto dei suoi delicati equilibri naturali. Per raggiungerlo è necessario puntare sulla qualità dell’offerta e dell’esperienza, valorizzando la rete sentieristica, il patrimonio immobiliare, le competenze delle guide e il capitale umano che anima il territorio. Sono tante le eccellenze nel nostro Geopark Unesco. Il turismo sostenibile, lo sappiamo, non si misura in termini di flussi, ma nella capacità di offrire esperienze autentiche, capaci di raccontare il Parco come luogo di natura, cultura e comunità, anche al di fuori dei
periodi di alta stagione. Anche coinvolgendo i nostri artisti”.
È prevista la creazione di tavoli permanenti con associazioni, guide, operatori turistici e cittadini?
“Sì, e considero questo aspetto fondante dell’azione del mio mandato. I tavoli permanenti di confronto con guide, associazioni, operatori turistici, amministrazioni locali e cittadini non saranno un adempimento formale, ma un vero strumento strutturale di governo del Parco.
Il Parco delle Madonie non può essere amministrato in solitudine: esso vive e cresce solo attraverso un dialogo continuo, stabile e qualificato con tutti gli attori coinvolti. In questa prospettiva si inserisce anche il lavoro avviato sull’ampliamento del Parco, con l’attenzione rivolta ai cinque comuni che hanno manifestato la volontà di entrarne a far parte, segno concreto di fiducia e di visione condivisa”.



