Dopo settimane di tensione e confronto sul futuro della formazione professionale in Sicilia, arriva un primo, importante segnale di distensione. Le principali associazioni datoriali del settore – FORMA.RE, CENFOP Sicilia, FORMA Sicilia e ANFOP Sicilia – hanno accolto con favore l’Avviso triennale 2025–2028 per i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), recentemente pubblicato dall’Assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, guidato da Mimmo Turano.
Le associazioni parlano apertamente di un cambio di passo: “Scelta innovativa, snella e condivisa. Finalmente anche il sistema IeFP non è considerato scuola di serie B”, dichiarano in un comunicato stampa congiunto, elogiando il metodo partecipativo adottato dall’Assessorato e sottolineando come il provvedimento “recepisca le istanze del territorio e ponga le basi per una formazione più efficace, inclusiva e vicina ai giovani”.
Dall’emergenza al confronto: la vicenda del click day
La distensione arriva dopo una fase molto turbolenta. All’inizio di maggio, il presidente della Regione Renato Schifani aveva infatti bloccato due bandi da quasi 140 milioni di euro, previsti dal PNRR per i corsi di formazione rivolti a percettori di ammortizzatori sociali e per i percorsi formativi tradizionali, contestando il meccanismo del “click day”, che assegnava i fondi solo sulla base della rapidità di presentazione delle domande.
La posizione di Schifani aveva innescato un braccio di ferro istituzionale con l’assessore Turano e con buona parte del comparto della formazione, che da tempo chiedeva la pubblicazione dei bandi. Per tre settimane, l’assessorato ha lavorato a una mediazione, introducendo modifiche che mantengono il click day, ma lo vincolano a criteri oggettivi di affidabilità e qualità dell’offerta formativa. Solo gli enti in grado di documentare struttura organizzativa, numero di allievi e capacità didattica potranno effettivamente accedere ai fondi prenotati.
Pubblicato il primo dei due bandi bloccati
Nei giorni scorsi è stato pubblicato il primo avviso da 78,3 milioni di euro, rivolto ai corsi destinati ai percettori di ammortizzatori sociali. Il secondo, da 60 milioni per la formazione tradizionale, sarà pubblicato a breve. L’assessore Turano ha sottolineato che “manterrà la logica della tempestività, ma premiando anche la capacità di organizzazione e la qualità dell’ente”.
L’accordo con le principali associazioni datoriali – CENFOP, FORMA Sicilia, ANFOP, FORMA.RE – è stato determinante per sbloccare l’impasse. Le stesse associazioni hanno infatti condiviso le nuove clausole, che introducono un sistema più meritocratico e trasparente, pur mantenendo l’impianto a sportello.
Il plauso delle associazioni e il nuovo corso della formazione
Secondo le associazioni, l’Avviso IeFP 2025–2028 rappresenta un modello virtuoso di policy pubblica, con l’introduzione di un sistema a sportello anche nella formazione iniziale per minori in obbligo scolastico. Il nuovo approccio, fondato su standard nazionali condivisi e sulla valorizzazione delle competenze di base e professionali, si avvale del sistema informativo SI Sicilia FSE, garantendo una gestione digitale, trasparente e tracciabile dei percorsi formativi.
Grande attenzione viene riservata anche agli allievi: tra le misure più apprezzate, figurano l’inclusione delle aree svantaggiate, la rimodulazione delle classi in presenza di disabilità, e la valorizzazione delle attività extracurriculari.
“È un Avviso che guarda ai giovani, ma che restituisce anche dignità e certezze agli enti di formazione – dichiarano le associazioni – e che mostra come sia possibile costruire strumenti di policy efficienti, condivisi e capaci di produrre impatto reale”.
Sindacati e imprese: prime aperture, ma non tutti sono convinti
Anche le principali sigle sindacali hanno espresso apprezzamento, soprattutto per l’inserimento di clausole che tutelano l’occupazione e prevedono una bacheca regionale per la ricerca del personale, privilegiando il contratto collettivo nazionale firmato dai confederali. Le associazioni datoriali più critiche, come Assofor e Iform, mantengono alcune riserve, avendo chiesto una riscrittura più profonda dei bandi.