“Le dichiarazioni riportate da Live Sicilia e le parole del presidente di Confindustria Albanese confermano purtroppo ciò che avevamo già denunciato: questa legge non valorizza la formazione, ma la consegna alle imprese, marginalizzando e cancellando il ruolo degli enti accreditati, unico presidio di qualità, trasparenza e professionalità”.
A scriverlo in una nota, le associazioni Cenfop Sicilia, Foma.RE, Assofor OD, Iform, Asef, Anfop, Forma Sicilia e Federterziario Scuola Sicilia.
“Avevamo avvertito che ridurre la formazione a mero addestramento aziendale avrebbe significato snaturare una funzione pubblica di rango costituzionale – continuano le associazioni – . Oggi, dalle stesse dichiarazioni di chi sostiene questa legge, emerge con chiarezza una visione pericolosa: la formazione come strumento per le aziende e non più come diritto universale dei cittadini.
“È inaccettabile – spiega la nota – anche la narrazione secondo cui la formazione professionale ‘sarebbe stata finalizzata soltanto ad offrire uno stipendio ai migliaia di formatori’. Ricordiamo al presidente di Confindustria che quando, negli anni scorsi, la politica regionale si è piegata alle ingerenze di Confindustria, i risultati furono drammatici: migliaia di lavoratori espulsi e famiglie ridotte sul lastrico; un sistema formativo bloccato per anni; inchieste giudiziarie e giornalistiche che hanno documentato le interferenze esercitate da ambienti imprenditoriali dentro i processi decisionali della Regione.
La memoria di quella stagione buia dovrebbe indurre chiunque oggi a maggiore prudenza e rispetto. Non si può infangare la dignità professionale di migliaia di operatori onesti, né piegare una funzione pubblica a logiche privatistiche e di lobby.
La formazione professionale è un diritto dei cittadini, un pilastro delle politiche attive del lavoro e uno strumento di inclusione sociale. Non può e non deve diventare un privilegio per pochi”.
Niente più alibi
“Se davvero la Regione vuole sostenere imprese e occupazione, inizi a spendere le risorse già stanziate, anziché annunciare riforme che rischiano di paralizzare ulteriormente il settore. Dopo la modifica della legge 23/2019, non ci sono più alibi: è il momento di passare dalle parole ai fatti”.
Fondi europei bloccati nei cassetti
“Paradossale appare il silenzio dell’Assessorato sull’Avviso 22/2024 Formare per Assumere: una misura da 38 milioni di euro, pubblicata dieci mesi fa e ancora oggi ferma, impedendo alle aziende di presentare progetti per formare e assumere. Mentre si approvano riforme che spostano la formazione nelle mani delle imprese, i fondi europei già disponibili restano bloccati nei cassetti della Regione. Con un pizzico di ironia, ma con massima serietà, ricordiamo che la misura si chiama Formare per Assumere, non Aspettare per non fare.
“Per queste ragioni – scrivono in conclusione le associazioni datoriali – chiediamo l’immediata abrogazione della legge approvata all’ARS, perché rappresenta un pericoloso passo indietro e mina le fondamenta del sistema educativo siciliano; l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tutte le associazioni di categoria e le parti sociali, affinché la riforma della formazione venga costruita su basi trasparenti, condivise e realmente utili alla Sicilia; Ribadiamo che senza enti accreditati non esiste formazione pubblica di qualità, ma solo addestramento occasionale e interessato, esposto al rischio di derive clientelari e collusive.
Prudenza e responsabilità
“Il ricordo delle stagioni più buie della formazione in Sicilia impone oggi prudenza e responsabilità. Per questo rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche: cancellate la legge approvata frettolosamente in un solo giorno e aprite un percorso condiviso per una vera riforma, utile alla Sicilia e ai suoi giovani”.