Finanziaria siciliana nel mirino del MEF: 50 milioni di contributi a rischio

Il sospetto è che le risorse siano state distribuite in base a logiche di favore politico piuttosto che a effettive necessità territoriali

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La richiesta del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) alla Regione Siciliana di giustificare l’assegnazione di oltre 50 milioni di euro in contributi finanziari ha scatenato un vero terremoto politico. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Ora il governo di Renato Schifani si trova a dover difendere le scelte fatte in sede di bilancio, mentre il MEF solleva interrogativi pesanti sulla trasparenza e sulla legittimità di quei fondi.

La contestazione del MEF: criteri poco chiari e assenza di trasparenza

Il cuore della questione è la mancata chiarezza nei criteri di assegnazione dei fondi. Secondo il MEF, 22 articoli della Finanziaria prevedono contributi diretti a enti e manifestazioni senza alcuna procedura pubblica e senza esplicitare criteri di selezione. In altre parole, il ministero contesta il fatto che i beneficiari siano stati individuati in modo discrezionale, senza garantire parità di trattamento, un aspetto che potrebbe violare l’articolo 3 della Costituzione.

Il sospetto è che le risorse siano state distribuite in base a logiche di favore politico piuttosto che a effettive necessità territoriali. Un sistema che, secondo alcuni, ha seguito il criterio del “santo in paradiso” – o meglio, in Parlamento regionale.

I finanziamenti sotto la lente: turismo, sport ed eventi locali

Il settore maggiormente coinvolto è quello della promozione turistica, che ha ricevuto oltre 16 milioni di euro, con fondi destinati a eventi già svolti o persino conclusi. Ecco alcuni esempi:

  • Carnevali locali: Barrafranca, Montelepre e Cinisi hanno ricevuto 25 mila euro ciascuno; Montevago 30 mila euro; Sciacca 40 mila euro; Lentini 50 mila euro.
  • Sagre ed eventi gastronomici: 25 mila euro per la Festa del vino di Menfi, 100 mila euro per “Le Radici del Cannolo” a Piana degli Albanesi, 75 mila euro per “Sicilia Gourmet” a San Cipirello, 25 mila euro per la Sagra del fico d’India a Carlentini e 20 mila euro per la Sagra del pesce di Augusta.
  • Rally e sport: 70 mila euro per il Rally dei Monti Sicani, 25 mila euro per il Rally della Valle del Sosio e 50 mila euro per il Rally Conca d’Oro a Corleone. Inoltre, 190 mila euro sono stati destinati alla tappa del Campionato Italiano Assoluto di Beach Volley a Marina di Modica.
  • Eventi culturali: 200 mila euro per il “Food Mama Fest” nel Ragusano.

Ma non è solo il turismo a finire sotto esame. Il MEF contesta anche 4,7 milioni per l’acquisto di scuolabus e attività di promozione sociale, inclusi 300 mila euro destinati a interventi in una scuola e in una palestra a Ribera. Il Comune di Ribera, inoltre, ha ottenuto 2,1 milioni di euro per la sistemazione dello stadio “Nino Novara”.

Altri interventi rilevanti riguardano:

  • 600 mila euro per lo stadio “Generale Gaeta” di Enna,
  • 200 mila euro per una palestra a Mascali,
  • 300 mila euro per la sistemazione di strade provinciali nel Ragusano.

Particolarmente emblematico il caso di Cerda, il cui sindaco Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’ARS, ha ottenuto 225 mila euro per il bilancio comunale e 110 mila euro per la Sagra del Carciofo.

Ma la questione non si limita solo alla trasparenza nell’assegnazione dei fondi. La Ragioneria generale dello Stato ha sollevato un’altra problematica ancora più ampia: il rispetto del piano di rientro sanitario della Sicilia.

Da 18 anni, infatti, la Regione Siciliana è vincolata a un piano di rientro per ridurre il disavanzo della sanità, senza essere ancora riuscita a superarlo. La Corte Costituzionale ha più volte ribadito che, in situazioni di deficit, le risorse regionali – tolte quelle strettamente indispensabili – dovrebbero essere destinate proprio al risanamento del settore sanitario.

Scontro politico e rischio impugnativa

Se da un lato la Regione Siciliana cerca di difendere le proprie scelte, dall’altro il governo nazionale chiede chiarimenti precisi e dettagliati. Il MEF vuole sapere perché siano stati assegnati questi contributi senza criteri oggettivi e trasparenti e avverte che, se le spiegazioni non saranno convincenti, si potrebbe procedere con un’impugnativa.

La questione divide anche il mondo politico siciliano. Il Partito Democratico, per bocca del segretario Anthony Barbagallo, denuncia una gestione discrezionale delle risorse e chiede maggiore trasparenza. Ismaele La Vardera, che in sede di bilancio aveva scelto di non presentare emendamenti specifici, sostiene che “questo sistema deve cambiare” e auspica un intervento deciso del ministero.

Intanto, gli uffici regionali stanno verificando quali somme siano già state spese e quali possano ancora essere congelate. La Regione cercherà di dimostrare la legittimità delle scelte fatte, ma il rischio di un clamoroso dietrofront è concreto. Se il MEF dovesse impugnare parte della Finanziaria, il governo Schifani si troverebbe in una posizione estremamente delicata, con effetti a cascata su bilancio, equilibri politici e futuro amministrativo della Sicilia.