La riunione della Direzione Pd che si è conclusa a mezzanotte e mezza, per Enrico Letta è stata molto complicata complicata. La riunuine per la definizione della liste è stata rinviata tre volte, per avere il tempo di trovare a parere del segretario dem una quadra accettabile. Per giustificare le sue scelte, Letta ha dichiarato che avrebbe “voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti ma era impossibile a causa del taglio dei parlamentari ma anche per esigenze di rinnovamento”. Ma i malumori nel Pd sono tanti. Le liste sono passate al voto con tre voti contrari e cinque astenuti, ma gli esponenti della corrente di Base riformista, una ventina circa, non hanno partecipato al voto sulla definizione delle liste per le candidature del Pd.
Per lui Enrico Letta si è preso colleggi sicuri, e correrà da capolista alla Camera sia in Lombardia che in Veneto, Mentre Carlo Cottarelli, sarà invece capolista al Senato a Milano. Ed Andrea Crisanti, il microbiologo balzato alle cronache durante la pandemia, è stato candidato come capolista nella circoscrizione Europa. Sono stati scelti anche quattro under 35 che correranno da capolista, ossia Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino.
Alessandro Zan, relatore della controversa proposta di legge contro l’omotransfobia, sarà candidato alla Camera nel collegio di Padova, e l’ex segretaria della Cgil, Susanna Camusso, sarà invece capolista del Pd nel collegio plurinominale 2 in Campania del Senato. Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute, sarà candidata al Senato, come capolista del Pd nel collegio plurinominale di Verona, Vicenza e Padova. Invece, Andrea Marcucci, già capogruppo del Pd al Senato, sarà in corsa per palazzo Madama nel collegio di Livorno e non di Lucca. Piero Fassino è candidato come secondo al proporzionale per la Camera.
GLI ESCLUSI
Ma sono saltate anche teste illustri. come quella di Monica Cirinnà. O, meglio, la senatrice pare sia stata candidata in due collegi perdenti e questo da lei sembra non sia stato accettato. “La mia avventura parlamentare finisce qui. Comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra”, ha detto uscendo dal Nazareno nel cuore della notte. Poi, ha aggiunto: “Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Un brutto colpo per lei che, solo poche ore prima, dichiarava ai giornalisti: “Se i diritti sono un punto fondante, senza di me mi pare complicato”. Nelle liste non c’è il nome di Luca Lotti: “Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio”.