Hanno portato il figlio in ospedale, al Di Cristina di Palermo. Dopo la visita, i medici del centro pediatrico consigliava il ricovero del piccolo presso l’ospedale Cervello di Palermo perché al Civico non erano disponibili posti nel reparto di terapia intensiva neonatale.
Nonostante lle indicazioni del personale medico i due genitori si sono recati ugualmente al Civico, dove gli è stato detto nuovamente che non c’erano posti per il loro figlio e che avrebbero dovuto recarsi al Cervello. È qui che è scattata la prima reazione violenta. Dopo urla, minacce e spintoni, la madre del piccolo ha colpito un infermiere rompendogli gli occhiali.
Poi la corsa all’ospedale Cervello, scortati dalla polizia, dove il bimbo è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale. Il giorno dopo, però, la stessa famiglia si è resa responsabile di un’altra grave aggressione a personale medico. Questa volta il padre del bambino ha spintonato un’infermiera facendola cadere a terra.
“Tutto questo – denuncia la segreteria provinciale del Nursind Palermo – dimostra che di fronte alle aggressioni negli ospedali esiste un senso di totale impunità, che consente di portare avanti condotte violente con la consapevolezza che tanto non scatterà alcuna punizione. Ribadiamo la necessità che scattino misure da tolleranza zero verso i violenti altrimenti il rischio è che prima o poi accada qualcosa di irreparabile su cui nessuno potrà dire che non era prevedibile”.