Dopo tanti giorni in mare, 6 migranti sono morti di fame e sete, e 28 sbarcati a Pozzallo: «Sembrano reduci da lager»

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Un barcone con migranti fotografato da un elicottero della Guardia di Finanza a circa 7 miglia da Lampedusa il 19 febbraio 2021. ANSA/CARMELO SUCAMELI

Una motovedetta della Guardia Costiera italiana ha sbarcato a Pozzallo 28 sopravvissuti, recuperati ad 80 miglia della Sicilia da un mercantile battente bandiera liberiana. Li aveva soccorsi davanti alla Libia. E dal racconto dei migranti è venuta fuori una ennesima tragedia consumatasi in questo tratto di mare che per tanti è di speranza ma spesso è anche morte. Chi ce l’ha fatta ha raccontato che la barca, era partita il 30 agosto dalla Turchia con a bordo poco più di trenta persone, la stragrande maggioranza siriani e afghani.

Poi, quando è finito il carburante, spinta dalle correnti la barca è andata alla deriva per giorni. Tante ore sotto il sole durante il giorno e al freddo durante la notte, mentre cibo e acqua che si riducevano sempre di più, fino ad esaurirsi. Così sono morti in sei, tutti siriani: due bimbi piccoli, un ragazzo di 12 anni e tre donne. La rappresentante dell’Unhcr Claudia Cardoletti ha detto: «Pensiamo che siano morti di fame e di sete». Infine ,su indicazione della Guardia Costiera Italiana, li ha soccorsi un mercantile e li ha portati a Pozzallo.

Dopo lo sbarco Roberto Ammatuna il sindaco della cittadina sicilaina ha detto ha detto: «Sono in condizioni terribili, come quelle dei sopravvissuti ai lager nazisti. Sono disidratati e in condizioni psicofisiche drammatiche».