Dipendenti sfruttate al bar del Tribunale di Palermo: arriva una prima condanna

Il Tribunale di Palermo ha riconosciuto le responsabilità della società Solemare Srl per sfruttamento del lavoro e ha accolto il ricorso di due dipendenti

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Tribunale di Palermo
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Il Tribunale di Palermo, Sezione Lavoro, ha accolto il ricorso presentato da alcune dipendenti del Bar del Tribunale, gestito dalla società Solemare Srl, rappresentate dall’avv. Nadia Spallitta. La sentenza riconosce le responsabilità del datore di lavoro e accerta il credito delle ricorrenti, derivante da varie irregolarità contrattuali e retributive.

Tra le violazioni riconosciute dal Tribunale, emergono:

  • Mancato pagamento di mansioni superiori svolte da alcune dipendenti rispetto a quanto previsto dal contratto.
  • Differenze retributive tra quanto indicato in busta paga e quanto effettivamente percepito, dato che una parte dello stipendio veniva loro richiesto indietro.
  • Mancato godimento delle ferie: le dipendenti usufruivano di soli 12 giorni all’anno di ferie, contro i 26 giorni previsti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL).
  • Mancata corresponsione della 14ª mensilità, dovuta in base alla normativa contrattuale.
  • Violazione dell’orario part-time pattuito: sebbene contrattualizzate con orari ridotti, le lavoratrici erano impiegate ogni giorno dalle 6:30/7:00 del mattino fino alle 15:30.

Questa vicenda di cosiddetto “lavoro grigio” è stata portata alla luce grazie alla denuncia delle stesse dipendenti e ad un’inchiesta giornalistica della trasmissione “Le Iene”. In seguito alla denuncia è stato avviato anche un procedimento penale contro gli amministratori di fatto della società, concluso con una sentenza di patteggiamento e una condanna non definitiva in primo grado per il reato di sfruttamento del lavoro, ai sensi dell’articolo 603-bis del Codice Penale.

La società Solemare Srl, nel frattempo dichiarata estinta, è stata comunque condannata al versamento delle differenze contributive sulle maggiori somme dovute . Le dipendenti potranno fare valere i loro crediti sugli eventuali utili residui della società e sul Fondo di Garanzia.

“È una vicenda triste, il cui esito non lascia spazio a soddisfazione – dichiara l’avvocato Nadia Spallitta – ma è un esempio importante del fatto che, pur in situazioni complesse e delicate, i lavoratori possono trovare tutela, denunciando irregolarità e violazioni contrattuali e confidando nelle istituzioni e nella giustizia”.