Palermo che rallenta la sua corsa dopo tre vittorie consecutive. Al Partenio di Avellino i rosa pareggiano per 2 a 2. A passare in vantaggio per primi i lupi in maglia verde con una bestia nera del Palermo, Biasci. Un tapin al 39esimo del primo tempo su cross di Missori che approfitta dell’errore in fase di copertura di Ranocchia.
Per il pareggio del Palermo bisognerà aspettare il 25esimo del secondo tempo. Filtrante di Augello per Ceccaroni che posizione defilata controlla e calcia in porta. Sulla respinta d’istinto di Daffara il pallone scende sui piedi di Ranocchia che con un bolide sinistro, di collo pieno, insacca sotto l’incrocio.
Un pareggio che forse stava stretto all’Avellino che fino a quel momento aveva tenuto in pugno la partita sfiorando anche il 2 a 0. Ma al 37esimo ci pensa l’arbitro Galipò ad aiutare il Palermo, fischiando a suo favore un calcio di rigore molto dubbio per un fallo di mano di Fontanarosa dopo una conclusione di Pohjanpalo. Un tocco che anche al Var è sembrato col gomito attaccato al corpo.
Dal dischetto Pohjanpalo fa 1 a 2, ribaltando completamente il risultato. È Diakitè, però, a fare l’ennesima frittata e a rovinare il finale al Palermo. Al 42esimo un salto scomposto nel tentativo di colpire di testa e gomitata a Lescano. Rosa in 10 e Inzaghi che tira fuori Le Douaron per il più difensivo Veroli. Una mossa che servirà a poco, visto che un minuto dopo Palumbo, Martin e non Antonio, trova il gol della carriera: una mezza rovesciata da cineteca del calcio che pareggia i conti. 2 a 2 e vetta per la promozione diretta in serie A che si allontana di nuovo.



