giovedì, 27 Novembre 2025
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Nella coalizione volano strappi mentre la Lega prova ad alzare la posta sulle Regionali

“Consigli non richiesti”: Salvini apre il fronte siciliano, Forza Italia lo richiama all’ordine

La tentazione della Lega per la Sicilia non è più un sottotesto, ma un messaggio esplicito. Dopo la vittoria in Veneto e commentando il quadro delle ultime regionali, Matteo Salvini ha lasciato intendere che il Carroccio potrebbe voler dire la sua anche sull’Isola: un “suggerimento” sul candidato del centrodestra che ha subito innescato la reazione degli alleati.

«Tutti i partiti del centrodestra avranno il giusto riconoscimento», ha dichiarato il vicepremier, aggiungendo che in Sicilia la Lega “qualche suggerimento da dare lo avrà”. Una frase sufficiente a far scattare un immediato irrigidimento di Forza Italia

, che rivendica il primato sulla guida della Regione e da tempo considera naturale una ricandidatura del presidente uscente Renato Schifani.

Il primo a rispondere è Maurizio Gasparri, presidente dei senatori azzurri, che accoglie le parole di Salvini con una diplomazia solo apparente: «Ben vengano i suggerimenti, ma partendo dal presupposto che Forza Italia guida e continuerà a guidare la Regione». Più diretto il segretario regionale Marcello Caruso, che liquida l’uscita del leader leghista come «consigli non richiesti» e rivendica i «risultati eccellenti» dell’esecutivo Schifani, certificati – sottolinea – da Banca d’Italia, Istat e dalle agenzie di rating.

Il malumore si estende anche al Mpa–Grande Sicilia, che definisce la sortita di Salvini «intempestiva e inopportuna», soprattutto alla vigilia dell’esame della legge di stabilità. Il movimento ricorda inoltre come la coalizione avesse già confermato la linea del sostegno al presidente in carica.

In serata arriva il tentativo di raffreddare la polemica da parte di Nino Germanà, segretario regionale della Lega: «Le parole di Salvini sono state estrapolate dal contesto. La Lega è stata protagonista nella scelta di Schifani e resta un alleato responsabile». Germanà non manca però di stigmatizzare il «nervosismo» di chi, a suo dire, appare come «alleato a corrente alternata».

Il caso, almeno formalmente, sembra chiuso. Ma il botta e risposta mette in luce un dato politico evidente: nel centrodestra siciliano l’unità è meno solida di quanto si voglia far apparire. E le Regionali, ancora lontane, stanno già ridisegnando ambizioni, pesi e ruoli dentro la coalizione.

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