sabato, 31 Maggio 2025

Un provvedimento ablativo che scaturisce da una complessa attività di indagine

Confiscati 736mila euro: impiego illecito di capitali in un’azienda agricola

L’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo ha dato esecuzione al provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, con il quale, in accoglimento della proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Palermo, ha disposto la confisca definitiva della somma di euro 736.000,00 nei confronti della figlia di R. R., cl. ‘52, deceduto nel 2018, costituente il ricavato della vendita del compendio aziendale di una società attiva nel settore dell’agricoltura.

L’odierno provvedimento ablativo scaturisce da una complessa attività di indagine effettuata dall’Ufficio Misure di Prevenzione patrimoniali della Divisione Anticrimine di Palermo in seguito alla richiesta di approfondimenti del locale Tribunale Sezione Misure di Prevenzione relativa alla gestione di alcuni conti correnti confiscati nell’ambito del procedimento di prevenzione a carico di cittadini contigui ad ambienti della criminalità organizzata, G. R. cl. 1942 e I. S. cl. 1944, da parte di R. R. in qualità di amministratore giudiziario a suo tempo nominato, alla luce del fatto che lo stesso era deceduto senza avere depositato il rendiconto finale delle attività.

In particolare, dagli accertamenti espletati è emerso che R.R. aveva effettuato, senza autorizzazione, una serie di indebiti prelievi di denaro, per un lasso di tempo considerevole di circa quattro anni, dai conti correnti confiscati nell’ambito del suddetto procedimento di prevenzione, per un valore complessivo di oltre un miliardo di lire.

Sulla base della considerazione che tali reiterate condotte delittuose hanno procurato a R.R. illeciti proventi, sono stati svolti nei suoi confronti gli accertamenti ai fini dell’elaborazione della proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale ai sensi del Codice Antimafia.

Tale norma prevede, infatti, che il procedimento di prevenzione può essere iniziato anche in caso di morte del soggetto nei cui confronti potrebbe essere disposta la confisca e che, in tal caso, la richiesta di applicazione della misura di prevenzione può essere proposta nei riguardi dei successori entro il termine di cinque anni dal decesso.

In particolare, tali accertamenti hanno consentito di appurare che i suddetti prelievi sono stati effettuati da R.R. per scopi personali in investimenti di natura imprenditoriale nel settore vitivinicolo.

A conferma di ciò si è proceduto ad identificare e sentire a sommarie informazioni i soggetti risultati beneficiari dei pagamenti effettuati dall’uomo con i fondi confiscati i quali hanno confermato che tali dazioni di denaro erano relative a prestazioni di beni o servizi effettuati in favore dell’azienda agricola allo stesso riconducibile, sita nel comune di Cattolica Eraclea, consistenti in particolare nella realizzazione di una cantina vinicola e di un oleificio ubicati nei terreni di proprietà del medesimo e della sua famiglia d’origine.

Si è così accertato che R. R., attraverso numerose operazioni di prelievo attraverso bonifici o assegni circolari poste in essere dai conti da lui gestiti in qualità di amministratore giudiziario, aveva distratto la complessiva somma pari ad oltre 700.000 euro, destinandola agli investimenti funzionali al miglioramento dell’azienda agricola a lui riconducibile.

Inoltre, grazie agli accertamenti patrimoniali è stato possibile ricostruire le operazioni che hanno portato la figlia di R. R., a ricevere dal padre, quando era ancora in vita, la titolarità della maggioranza delle quote del capitale sociale dell’azienda, vale a dire l’impresa che nel tempo è divenuta proprietaria del ramo di azienda, comprendente anche la cantina e l’oleificio, nel quale sono, pertanto, confluiti i consistenti investimenti effettuati da R.R. con le suddette modalità.

Da ultimo, è emerso che, dopo la morte del padre, la figlia nella qualità di rappresentante legale e socio di maggioranza dell’azienda in questione, ha proceduto, in data 17.05.2023, alla vendita del suddetto ramo di azienda.
Dagli accertamenti bancari è stato possibile verificare che il prezzo della compravendita era stato accreditato su un conto corrente intestato alla predetta società, sul quale era abilitata ad operare la stessa figlia di R.R.. Sulla base di tali emergenze nel giugno del 2023 era stato disposto il sequestro della somma rinvenuta sul predetto rapporto bancario.

Il Tribunale di Palermo Sezione Misure di Prevenzione, accertata la correlazione temporale tra gli investimenti operati da R. R. e la manifestazione di pericolosità sociale dello stesso, ha disposto, la confisca definitiva della somma sequestrata, pari ad € 736.000,00, ritenuta coincidente con l’incremento di valore dell’azienda agricola del proposto derivante dal reimpiego dei capitali illecitamente sottratti all’amministrazione giudiziaria attraverso le reiterate condotte di peculato realizzate a partire – quanto meno – da agosto 2005.

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Palermo

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