“Sud chiama Nord”, precisamente Fratelli d’Italia. I meloniani ci stanno e il famoso accordo preannunciato da Ismaele La Vardera, si fa. Di fronte ai giochi della politica romana, anche i ribelli possono cedere a volte alla tentazione. E per Cateno De Luca, fin qui leader istrionico e spesso imprevedibile di “Sud chiama Nord”, è un momento di svolta. O di resa. A due anni dalle ultime elezioni politiche, l’uomo che aveva promesso di spazzare via la casta si prepara, a quanto sembra, a sedersi proprio al tavolo della politica tradizionale e di quella parte di destra tante volte da lui vituperata. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Giacomo Salvini, l’ex sindaco di Messina e attuale primo cittadino di Taormina, è ad un passo da un’intesa con Fratelli d’Italia, il partito guidato dalla premier Giorgia Meloni.
La trattativa (quasi) chiusa
L’accordo, in cantiere da mesi, avrebbe preso forma grazie ai contatti tra Laura Castelli — ex M5S e oggi figura di riferimento per De Luca a Roma — e ambienti vicini al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Il passaggio decisivo sarebbe avvenuto nella Capitale, con un incontro tra De Luca e Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni avrebbe dato il suo benestare.
Il patto prevede il sostegno di FdI a “Sud chiama Nord” nelle battaglie elettorali più vicine, a partire dalla Sicilia. In cambio, De Luca si impegnerebbe a sostenere Fratelli d’Italia alle Politiche del 2027, con la possibilità di candidare propri uomini all’interno della coalizione meloniana.
La previsione (azzeccata) di Ismaele La Vardera
Che qualcosa bollisse in pentola lo aveva intuito già mesi fa Ismaele La Vardera, ex portavoce del movimento e oggi leader di “Controcorrente”. Uscito polemicamente dalla formazione di De Luca e approdato al Gruppo Misto, La Vardera aveva dichiarato senza mezzi termini: “È pronto a fare anche il numero 2 di un centrodestra rinnovato.” Parole accolte inizialmente con scetticismo dai seguaci di De Luca, ma che oggi sembrano profetiche.
La metamorfosi del ribelle
Quella di De Luca è una virata che segna la fine di un’epoca: quella dell’anti-politica fatta di slogan, invettive contro i partiti di Roma e dirette Facebook dal sapore rivoluzionario. Dopo aver definito per anni il centrodestra “complice del degrado” e aver attaccato frontalmente Giorgia Meloni e i suoi alleati, ora De Luca cambia pelle. E cambia campo.
I suoi 285mila voti raccolti nel 2022 e il consenso ancora solido in Sicilia — specie a Messina, dove è stato sindaco — lo rendono un alleato appetibile. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere alto: il rischio di perdere quella fetta di elettorato che lo aveva scelto proprio perché “solo contro tutti”.