Casteldaccia compie un passo importante nella riqualificazione del proprio territorio e nella lotta alla criminalità organizzata. Nella giornata odierna sono iniziati i lavori di demolizione di un immobile confiscato alla mafia, situato lungo la Statale 113. Un’operazione dal forte valore simbolico, poiché il bene apparteneva a Filippo Marchese, noto come “Fifiddu”, uno spietato killer di Cosa nostra, protagonista della sanguinosa stagione mafiosa dell’estate del 1982.
Marchese, figura chiave della cosiddetta “camera della morte” di Palermo, fu responsabile di numerosi omicidi nell’area compresa tra Altavilla Milicia, Casteldaccia e Bagheria, tristemente nota come “Il triangolo della morte”. Un’epoca di terrore che ha lasciato cicatrici profonde nella memoria collettiva. La sua fine, avvenuta nel 1983 per mano degli stessi uomini d’onore che lo avevano temuto, segnò la chiusura di un capitolo di efferata violenza. Marchese, soprannominato “milinciana” poiché era basso e scuro di carnagione, venne strangolato e poi sciolto nell’acido.
Un luogo di morte diventa spazio per la comunità
L’intervento, promosso dall’amministrazione comunale, non si limita a eliminare un simbolo del passato mafioso della zona, ma si inserisce in un progetto di riqualificazione e restituzione del territorio ai cittadini. L’area liberata sarà trasformata in un’area verde attrezzata, con accesso facilitato alla spiaggia per le persone con disabilità.
L’abbattimento dell’immobile avviene a pochi giorni dalla 42ª marcia antimafia Bagheria-Casteldaccia, un evento che ogni anno rinnova l’impegno della comunità nella lotta contro cosa nostra.
“La fascia costiera – ha dichiarato il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Maria Pia Di Salvo – è al centro della nostra programmazione territoriale in forte sinergia con le attività produttive del territorio ai fini turistici, culturali e sociali. Stiamo lavorando duramente per dare un nuovo volto e una nuova linfa alla nostra fascia costiera”.