Il business del “caro estinto” al Policlinico di Palermo avrebbe raggiunto dimensioni ben più ampie di quanto inizialmente ipotizzato dagli investigatori. Sono almeno 49 i casi di corruzione accertati in poco più di un anno di indagini dalla Procura della Repubblica, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla richiesta di arresto per 15 persone (leggi l’articolo) , tra operatori della camera mortuaria e imprenditori del settore funebre. Un sistema che, secondo gli inquirenti, trasformava la gestione delle salme in una fonte di guadagno illecito, sfruttando procedure delicate e tempi spesso legati a momenti di profondo dolore per le famiglie.
Al centro dell’indagine ci sarebbe un meccanismo ormai rodato: alcuni addetti dell’obitorio del Policlinico, in cambio di mazzette, avrebbero accelerato le pratiche burocratiche necessarie per il rilascio delle salme alle imprese funebri. Si trattava sia dei corpi di pazienti deceduti all’interno del nosocomio, sia di quelli per i quali era stata disposta l’autopsia dall’autorità giudiziaria. In questi casi, la restituzione del feretro ai familiari o alle agenzie incaricate sarebbe diventata una sorta di corsia preferenziale riservata a chi era disposto a pagare.
Le indagini hanno permesso di documentare almeno 49 episodi corruttivi, un numero che, secondo la Procura, dimostrerebbe la sistematicità del fenomeno e non la sua occasionalità. Gli inquirenti parlano di un vero e proprio “prezzo” da corrispondere per ottenere tempi più rapidi, con somme che variavano a seconda delle prestazioni richieste. Un sistema che avrebbe inciso direttamente sulla libertà di concorrenza tra le imprese funebri, penalizzando chi si rifiutava di sottostare alle regole imposte dal circuito illecito.
Tra i 15 indagati per i quali è stata avanzata richiesta di arresto figura anche Francesco Trinca, noto imprenditore del settore delle onoranze funebri. Il suo nome compare, secondo quanto trapela dagli atti, in più episodi oggetto di contestazione, inserendosi in un quadro che la Procura ritiene indicativo dell’esistenza di un’associazione stabile, capace di condizionare in modo significativo le attività della camera mortuaria del Policlinico.
Particolarmente grave e simbolico uno degli episodi finiti sotto la lente degli investigatori: quello relativo alla salma di Francesco Bacchi, il giovane ucciso fuori da una discoteca di Balestrate nel gennaio del 2024. Anche in questo caso, secondo l’accusa, le procedure per la restituzione del corpo sarebbero state oggetto di pratiche corruttive. Un dettaglio che aggiunge ulteriore peso umano e morale all’inchiesta, perché coinvolge una vicenda già segnata da una tragedia che aveva scosso l’opinione pubblica.
Ora la parola passa al giudice per le indagini preliminari, chiamato a valutare le richieste di misura cautelare dopo gli interrogatori preventivi.



