Il cambiamento climatico sta avendo un impatto sempre più evidente sulla salute pubblica, e uno degli effetti meno discussi ma significativi è l’allungamento della stagione dei pollini. Secondo gli esperti, il periodo di esposizione ai pollini si è esteso di circa 45 giorni, a causa dell’aumento delle temperature e della riduzione delle giornate di gelo.
L’effetto di questo fenomeno è particolarmente rilevante per le persone allergiche, che in Italia superano i 9 milioni. I più colpiti sono i bambini – con ben 1,5 milioni di under 18 affetti – e gli anziani con problemi respiratori. In particolare, gli over 65 allergici presentano un rischio di morte più elevato fino al 16% a causa delle complicanze respiratorie.
Cosa dicono gli esperti
L’allarme arriva dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica (Siaaic), che ha evidenziato come la stagione pollinica inizi ora fino a 25 giorni prima rispetto al passato e si protragga di circa 20 giorni in autunno. Questo allungamento della stagione allergica è aggravato dall’aumento delle concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, che stimola la produzione di pollini da parte delle piante.
Più pollini, più problemi di salute
La maggiore concentrazione di pollini nell’aria non solo peggiora i sintomi per chi già soffre di allergie, ma porta anche a nuove sensibilizzazioni nella popolazione, aumentando il numero di persone colpite. Inoltre, il cambiamento climatico modifica la distribuzione delle piante allergeniche, favorendo la diffusione di specie altamente polliniche in zone dove prima erano meno presenti.
Secondo gli esperti, è fondamentale migliorare le strategie di prevenzione e trattamento per limitare i disagi delle persone allergiche, specialmente nei soggetti più fragili come bambini e anziani. L’uso di terapie mirate e una maggiore attenzione alla qualità dell’aria potrebbero ridurre gli effetti negativi di questo fenomeno in crescita.