Call Center molesti: telemarketing o persecuzione?

Un'invasione aggressiva, una violazione continua della privacy che sta diventando un problema

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Ricevere telefonate da call center è ormai un’abitudine per molti italiani, ma quando le chiamate diventano continue e invasive, la situazione si trasforma in un vero incubo. Negli ultimi anni la situazione è notevolmente peggiorata. Sempre più persone si trovano a dover gestire fino a 3-4 telefonate al giorno da parte di operatori di telefonia, aziende di depuratori d’acqua, agenzie di trading online e altri servizi commerciali. Il fenomeno è ormai fuori controllo, alimentato da pratiche di telemarketing spesso al limite della legalità. Tra l’altro, rispetto a prima, è davvero difficile orientarsi quando squilla il telefono, perché le chiamate arrivano da numeri cellulari o di rete fissa che vengono continuamente rigenerati e spesso mascherati.

L’assalto quotidiano del telemarketing

Non importa l’orario: mattina, pomeriggio, sera e talvolta persino nei giorni festivi, i telefoni squillano insistentemente. Molti utenti si lamentano di ricevere chiamate anche dopo aver esplicitamente rifiutato offerte precedenti o addirittura dopo aver chiesto la rimozione del proprio numero dalle liste di contatto.

Queste telefonate non solo disturbano la tranquillità domestica e lavorativa, ma spesso nascondono strategie aggressive di vendita. Alcuni operatori, infatti, insistono in modo pressante o forniscono informazioni ingannevoli per convincere il cliente a sottoscrivere contratti di cui potrebbe pentirsi.

Perché succede?

Il problema nasce dalla diffusione indiscriminata dei dati personali. Numerose aziende acquistano e scambiano database di numeri di telefono, spesso senza il consenso esplicito degli utenti. Anche se il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) in Europa impone regole severe sulla privacy, molte società trovano modi per aggirarle, sfruttando call center localizzati all’estero o affidandosi a intermediari poco trasparenti.

Inoltre, il Registro delle Opposizioni, che teoricamente dovrebbe tutelare chi non vuole ricevere chiamate promozionali, sembra non essere sufficiente. Molti utenti iscritti continuano a ricevere telefonate, segno che le aziende non rispettano le normative o che riescono comunque a ottenere i numeri con altri metodi.

Piccole arme di difesa

  1. Iscriversi al Registro delle Opposizioni – Questo è il primo passo per limitare il numero di telefonate indesiderate. L’iscrizione è gratuita e può essere fatta online.
  2. Bloccare i numeri sospetti – La maggior parte degli smartphone permette di bloccare numeri specifici. Anche se i call center cambiano spesso numero, bloccarli riduce il fastidio.
  3. Non rispondere o riagganciare subito – Spesso rispondere conferma che il numero è attivo e potrebbe aumentare il numero di chiamate ricevute.
  4. Segnalare le chiamate moleste – Se ricevi chiamate insistenti, puoi segnalare il numero all’AGCOM o all’Autorità Garante della Privacy.
  5. Utilizzare app anti-spam – Esistono diverse app, come Truecaller, che identificano e bloccano automaticamente le chiamate da call center.

Cosa serve davvero

Il problema del telemarketing aggressivo è noto da anni, ma peggiora invece di risolversi. Servirebbero controlli più severi e sanzioni più pesanti per le aziende che non rispettano le regole. Inoltre, una maggiore sensibilizzazione dei consumatori sulla protezione dei propri dati potrebbe ridurre la diffusione dei numeri di telefono a scopi commerciali.