Brillante operazione del commissariato Brancaccio di Palermo che ha sgominato una banda criminale dedita al riciclo di auto rubate e all’estorsione mediante la tecnica del “cavallo di ritorno”. Come abbiamo scritto qui, il gip di Palermo ha emesso 20 misure cautelari per soggetti già noti alle forze dell’ordine per reati simili e per favoreggiamento.
Nel dettaglio sono stati accertati:
22 casi di riciclaggio di veicoli delle seguenti marche e modelli: n.13 Fiat Panda; n.2 Fiat 500; n.1 Fiat Punto; n.2 Smart; n.1 Peugeot 107; n.1 microcar Ligier, n.2 autocarri Iveco;
3 casi di ricettazione presso depositi individuati durante le indagini (con sequestri di numerosi organi motore e organi cambio rubati);
14 casi di estorsione, per la restituzione di auto rubate, commesse con la tecnica del cavallo di ritorno riguardanti le seguenti autovetture: n.8 Fiat 500; n.6 Lancia Y;
8 furti di autovetture, di cui n.4 Fiat 500; n.2 Fiat Panda; n.1 Lancia Y e n.1 Jeep Renegade.
Oltre alle auto sequestrate nel corso delle indagini si è anche proceduto ad effettuare delle perquisizioni con sequestri presso dei siti individuati durante le investigazioni, dove i componenti dell’associazione hanno condotto i mezzi rubati e le autovetture incidentate, uno individuato nel quartiere Sperone e due a Partinico.
Le indagini
Le indagini sono partite a Giugno del 2022, quando veniva commesso il furto di una Fiat Panda che veniva “rinvenuta” dal proprietario qualche giorno dopo; interveniva la Volante del Commissariato di P.S. “Brancaccio” e il personale della Polizia Scientifica, che repertava una impronta utile appartenente al pregiudicato M.M. classe 2002. Da lì una serie di appostamenti e intercettazioni che hanno consentito alla polizia di stringere il cerchio sull’organizzazione e di raccogliere prove che saranno utilizzate nelle sedi processuali.
Il furto alla moglie di un mafioso
La polizia del commissariato Brancaccio ha reso noto anche due estorsioni commesse a seguito di altrettanti furti di autovetture che hanno “scomodato” noti mafiosi, uno della famiglia di Brancaccio e uno della famiglia di Villabate.
Tra i numerosi casi, anche il furto di un’autovettura di proprietà della moglie di un detenuto per mafia. In tale circostanza il gruppo criminale si sarebbe impegnato alacremente per recuperare il veicolo e riconsegnarlo alla proprietaria.
La polizia è riuscita anche a rinvenire un’intercettazione relativa alla restituzione di un’autovettura rubata presso il centro commerciale Forum di Palermo. In tal caso c’era stato, per recuperarla, l’interessamento di un boss di Brancaccio. Nella conversazione un indagato diceva ad un complice: “Dentro il Forum non vogliono che tocchino niente!”.