Arenella, campo porta il nome di mafiosi: La Vardera lo intitola a Claudio Domino

La famiglia del piccolo ucciso dalla mafia all'età di 11 anni: "Ai giovani serve cultura alla legalità"

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Intitolazione targa Claudio Domino Arenella

Atto di forza questa mattina all’Arenella da parte del deputato regionale Ismaele La Vardera e della consigliera comunale Giulia Argiroffi che stamani si sono recati davanti all’ingresso del campo sportivo Rosolino e Giuseppe Lo Cicero, che ospita la scuola calcio Asd Delfini Sporting Arenella, e hanno inchiodato al muro una nuova targa dedicata a Claudio Domino, 11enne ucciso dalla mafia il 7 ottobre del 1986 nel quartiere San Lorenzo di Palermo.

“Se il sindaco di Palermo pensa di prendermi in giro, ha sbagliato indirizzo – scrive in un post La Vardera -. Mesi fa sollevai l’incredibile storia del campo di calcio di proprietà del comune intitolato alla famiglia mafiosa Lo Cicero, chiedendo di cacciare la nipote del boss che lo occupa. Silenzio. Una settimana fa – continua il deputato – Lagalla era venuto in commissione antimafia. Non è cambiato nulla. Vorrà dire che vado a cambiargli nome io, insieme alla consigliera Argiroffi e all’imprenditore coraggio Piraino”.

Presenti alla posa della nuova targa, sulla quale c’è scritto Campo Sportivo Claudio Domino, i genitori della vittima innocente di mafia: “Oggi c’è un calo di tensione che ha lasciato tante vie di ingresso alle nuove generazioni, parenti di mafiosi – ha dichiarato, durante la diretta del deputato, Antonio Domino, padre di Claudio -. Le istituzioni sembra sonnecchino. L’interesse a combattere la malavita è calato di tensione e queste piccole cose contribuiscono a risvegliarlo. Bisogna avere il coraggio di compiere le azioni – ha concluso -. Bisogna fare le rivoluzioni culturali per cambiare le cose. I giovani hanno un potere. I mitra vanno caricati a pallottole di cultura”.

“L’avevo detto e l’ho fatto. Con me anche la consigliera Giulia Argiroffi, l’imprenditore palermitano che ha denunciato il racket Giuseppe Piraino e i genitori di Claudio Domino, bimbo che a soli 11 anni è stato ucciso dalla mafia. Ho sollecitato il Comune mesi fa e l’ho ribadito a Lagalla in commissione antimafia, ma nulla è cambiato. Così ho deciso di farlo io, in modo ufficioso e provocatorio nella speranza che il sindaco si dia una svegliata. Perché Claudio Domino? Perché purtroppo è una delle giovanissime vittime per mano mafiosa. Un campo sportivo è anche luogo di aggregazione, un posto dove i piccoli vanno spesso a giocare e fare sport. Noi questa mattina la nostra parte l’abbiamo fatta, ora vedremo se il primo cittadino continuerà a voltarsi dall’altra parte. Palermo può cambiare. Palermo deve cambiare”.

La mamma di Claudio Domino

“L’iniziativa di oggi – spiega Graziella Accetta, mamma di Claudio Domino – è un volano per i giovani che vanno istruiti alla legalità. La morte di nostro figlio è la prova che la mafia non ha mai avuto un codice d’onore e che non ha mai fatto distinzione fra adulti e bambini. Siamo sicuri che questa provocazione venga presa sul serio dal sindaco e che presto faccia l’inaugurazione ufficiale”.

La dichiarazione di Giuseppe Piraino

“Con Ismaele – dice Giuseppe Piraino, imprenditore coraggio e responsabile Antiracket di Sud chiama nord – abbiamo parlato di questa vicenda e non potevo far altro che assecondare la sua scelta. Lo sport è un grande strumento se utilizzato per insegnare ai giovani il rispetto delle regole. Per questo partire dal titolo di un campo significa riportare la legalità in quei quartieri che ancora per onorare i boss della zona li ricordano con le intitolazioni. Sorprende come il Comune di Palermo, non abbiamo mosso neanche solo un passo dopo che La Vardera ha sollevato il problema”.

La dichiarazione di Giulia Argiroffi

“Sono felice – conclude la consigliera Oso Giulia Argiroffi – che tanti bambini e ragazzi da oggi giocheranno in un campo dedicato a chi ha sacrificato la propria vita. Oggi abbiamo deciso di fare la differenza perché dove sindaco e giunta hanno preferito prendere tempo o girarsi dall’altro lato, io ho deciso di metterci la faccia e di prendere una posizione netta. La legalità in una città come la nostra non può avere zone d’ombra e questo campo sportivo, che inoltre vive nell’abusivismo, è una vera e propria zona buia della città”.