Apprendi: “Essere garante dei detenuti è una battaglia per la civiltà”

Ai microfoni di Rai3, l'ex parlamentare dell'Ars ha raccontato il suo impegno nella qualità di garante dei detenuti

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L’ex parlamentare palermitano dell’Ars, Pino Apprendi, è stato uno dei protagonisti della prima puntata del programma “Il paradiso può attendere”, condotto da Marcello Masi e in onda su Rai 3. Nel corso della puntata Apprendi ha raccontato la sua “nuova” vita da pensionato, soprattutto il suo impegno in qualità di garante dei detenuti.

Non è mancato, ovviamente, il racconto di tutte le “altre” vite già vissute da Pino Apprendi. La prima è stata quella da vigile del fuoco, iniziata da ausiliario e terminata come funzionario. Una vita nella quale – sempre in prima linea – è stato protagonista di alcune pagine drammatiche della storia italiana: dal terremoto in Irpinia alla strage di Capaci, passando per incendi e crolli nei quali tante sono state le vite messe in salvo insieme alle sue squadre.”Un lavoro di grande professionalità. Si ride insieme, si piange insieme, ci si abbraccia ma soprattutto c’è un detto che più di tutti rappresenta la solidarietà che c’è nel corpo dei Vigili del fuoco: si entra in due e si esce in due.”

Un capitolo particolare ha riguardato la sua attività da garante dei detenuti. “Non sono un franscescano,” – ha precisato Apprendi – “chi ha sbagliato deve scontare la pena che gli viene inflitta senza però perdere la dignità di donna o di uomo. Non chiedo mai ad un detenuto il motivo della sua restrizione: sono un un padre, un marito, un nonno ed il reato commesso potrebbe influenzare il rapporto che cerco di creare con chi è ristretto. Del resto sono un uomo che ha deciso di percorrere questa strada di civiltà, non un avvocato.”

Appassionato da sempre di musica popolare, negli ultimi anni ha ideato anche l’ “Alloro fest”, una manifestazione che si svolge presso il Giardino dei Giusti, nel quartiere Kalsa di Palermo e che si occupa di arte a 360 gradi ma anche e soprattutto di diritti umani.

Una vita pregna di impegni per il 74enne. “Dedico la mia giornata alla vita. Quando sono andato in pensione l’avevo detto a mia moglie: non starò mai in ciabatte a casa a guardare la TV. Ed essere il garante dei detenuti, degli ultimi di questa società, è stata una scelta di cui non mi sono mai pentito: un’attività che mi porta anche dolore in tanti casi, ma sicuramente una scelta di civiltà. ”