Un appello accorato, che suona come un ultimo grido di allarme, arriva dai lavoratori di Almaviva Contact, in attesa di risposte concrete sul proprio destino occupazionale. A essere al centro della protesta è l’attuazione del Decreto Assessoriale n. 486 del 7 maggio 2025, che prevede l’attivazione del numero nazionale di pubblica utilità 116-117, destinato a sostituire il servizio 1500 del Ministero della Salute, ormai dismesso.
Dopo la chiusura del 1500, centinaia di operatori – molti dei quali con anni di esperienza nel settore dell’assistenza telefonica pubblica – sono rimasti in cassa integrazione, un ammortizzatore che rappresenta oggi l’unico sostegno per queste famiglie, ma che scadrà definitivamente il 31 luglio. Una data che incombe come una minaccia concreta, mentre il nuovo servizio, già normato da un decreto, resta ancora lettera morta. I lavoratori temono che, senza una rapida attuazione della nuova linea di supporto sanitario, l’unica reale opportunità di reimpiego possa sfumare del tutto, lasciando dietro di sé un vuoto economico e sociale.
Da qui nasce l’appello rivolto ai Ministri della Salute e del Lavoro, oltre che alla Regione Siciliana, affinché si attivino senza ulteriori rinvii. L’obiettivo non è solo la salvaguardia di posti di lavoro, ma anche la riattivazione di un servizio ritenuto essenziale per i cittadini, in particolare in una fase storica in cui la sanità territoriale necessita di strumenti efficienti e accessibili.
Il 116-117 rappresenterebbe una linea di primo contatto tra i cittadini e il sistema sanitario, utile per ricevere orientamento, supporto e informazioni nei momenti di bisogno. È un servizio che, secondo i lavoratori, potrebbe essere subito attivato grazie alla professionalità già collaudata del personale ex 1500, formato e pronto a tornare in attività.
I lavoratori chiedono che il decreto venga finalmente tradotto in atti concreti, che si avvii la gara per l’assegnazione del servizio e che venga inserita una clausola di salvaguardia occupazionale, per garantire che chi ha già maturato esperienza in questo settore non venga escluso da un reintegro. Al contempo, chiedono un intervento diretto presso Almaviva Contact per sospendere i licenziamenti già avviati e valutare la possibilità di prorogare la cassa integrazione almeno fino alla partenza del nuovo servizio.
Dietro le sigle e i numeri, ci sono storie di uomini e donne che hanno garantito assistenza nei momenti più difficili durante la pandemia, e che oggi si trovano sospesi in un limbo burocratico. L’inerzia istituzionale, denunciano i 35 firmatari, rischia non solo di compromettere il futuro di centinaia di famiglie, ma anche di lasciare inattivo un servizio fondamentale per la salute pubblica.