martedì, 15 Luglio 2025
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Durante la celebrazione in onore di Santa Rosalia, l’arcivescovo di Palermo ha dedicato un commosso ricordo alla 22enne misilmerese vittima di femminicidio

Al Festino, Lorefice ricorda Sara Campanella: “I suoi ideali, un inno alla vita”

Nel giorno dedicato a Santa Rosalia, patrona della città, l’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice ha voluto rendere omaggio non solo alla Santuzza ma anche alla memoria di Sara Campanella, la giovane studentessa originaria di Misilmeri uccisa brutalmente a Messina da un collega universitario. Un gesto che ha commosso i fedeli radunati per la celebrazione e ha riportato al centro del discorso pubblico il valore della libertà femminile e il dramma della violenza che colpisce ancora troppe donne.

“Oggi vogliamo ricordare una giovane ragazza, amante della libertà – ha detto monsignor Lorefice durante l’omelia – di quella libertà che non ferisce chi ci sta accanto, che non prevale sull’altro, ma di quella libertà che nasce dalla consapevolezza dei nostri valori, dei propri talenti, spesi al servizio degli altri”. Una libertà autentica, profonda, che Sara aveva fatto propria come principio di vita. A testimoniarlo, anche le parole che lei stessa aveva scelto come motto personale: “Mi amo troppo per stare con chiunque”. Una frase che per l’arcivescovo rappresenta un messaggio di autodeterminazione che ogni donna libera dovrebbe poter affermare senza paura, senza conseguenze tragiche.

Sara era cresciuta in una famiglia profondamente cattolica, educata al rispetto, alla generosità e alla fede nel bene. Una giovane donna che, secondo le parole di Lorefice, condivideva con Santa Rosalia la fiducia nella bontà della natura umana e l’impegno a vivere secondo valori solidi come il rispetto, la solidarietà e l’aiuto verso il prossimo. “Ricordare Sara significa celebrare la bellezza della sua anima, la forza del suo esempio e la dolcezza della sua presenza – ha continuato l’arcivescovo – che lasciava ovunque andasse. I suoi ideali di amore e rispetto verso sé stessi e verso gli altri sono un inno alla vita, dono prezioso che ci è stato dato e che deve essere apprezzato ogni giorno”.

Il ricordo di Sara è diventato così anche un monito: non lasciare che il silenzio copra le tragedie, non permettere che la memoria delle donne vittime di violenza venga consumata dall’indifferenza. “Troppe donne che subiscono abusi e violenza vengono dimenticate col passare dei giorni – ha ammonito Lorefice – ma noi non vogliamo che Sara venga dimenticata. Lei ci chiama a costruire una società fondata sul rispetto reciproco e sull’amore autentico”.

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