giovedì, 5 Giugno 2025

Al Cep, il murale per Totò Schillaci: un simbolo di riscatto e di speranza per i giovani

Un abbraccio che attraversa trent’anni e unisce un quartiere, una città, un Paese intero. Al CEP di Palermo, Igor Scalisi Palminteri ha finito la sua opera muraria per Totò Schillaci.

Il murale è stato realizzato su una parete di un palazzo dello IACP, nel quartiere CEP, dove Schillaci è nato e cresciuto, prima di incantare il mondo con la sua corsa a braccia aperte, oggi diventata immagine iconica di un’epoca e di un sogno collettivo.

Una festa per il quartiere

Alla cerimonia erano presenti la famiglia Schillaci, l’artista Igor Scalisi Palminteri, il presidente della Fondazione Federico II on. Gaetano Galvagno, il presidente del Palermo FC Dario Mirri, e un ospite d’eccezione: Stefano Tacconi, storico portiere della Nazionale e compagno di Totò in quelle notti magiche. Il murale, animato da un light show e da un VJ set a cura di Giulia Galioto per Odd Agency, ha trasformato il CEP in un teatro a cielo aperto, fatto di emozioni, luci e memoria condivisa.

“Totò è il bambino di Palermo che guarda un pallone come si guarda il cielo – afferma l’autore dell’opera, Igor Scalisi Palminteri, raccontando il significato profondo del suo murale – con gli occhi accesi di speranza, il cuore colmo di orgoglio, di determinazione, di fierezza. È la corsa dopo il gol, le braccia spalancate come ali, il grido che squarcia la notte e accende la luce nei vicoli. È un’esplosione che unisce il quartiere, la città, l’isola, la nazione, e arriva lontano, fino al cuore di chi sa cosa vuol dire lottare. Totò è il volto di tutte e tutti noi, quando inciampiamo ma troviamo nella caduta la forza di rialzarci. È lo slancio che nasce dalla fatica, il riscatto che germoglia dove nessuno se lo aspetta. È la voce, il respiro profondo delle periferie che diventano culla di meraviglie. Totò viene da lì, dai quartieri che sanno essere madre, che crescono figli forti, resistenti, capaci di trasformare un sogno in un urlo di vittoria, nelle notti magiche”.

Abbiamo sempre concepito il calcio come un veicolo per migliorare la vita delle persone – spiega Dario Mirri, presidente del Palermo FC – e possiamo farlo grazie alla passione per lo sport che fin da bambini ci porta a inseguire un pallone. Per questo, considerando ciò che il Palermo rappresenta per la città, sentiamo la responsabilità di costruire una comunità fatta di giustizia sociale, pari opportunità, lotta alla criminalità e inclusione. Tutte cose di cui il nostro territorio, soprattutto nei quartieri più marginali della città, ha un bisogno spesso disperato. Costruire un campo di calcio – ma anche realizzare un murale, come sta facendo oggi la Fondazione Federico II con Igor – diventano dunque non solo gesti simbolici, ma azioni concrete per creare opportunità di sviluppo e non lasciare indietro nessuno”.

“Quest’opera ha un altissimo valore – afferma Giovanni Schillaci, fratello di Totò – per il fratello, per il padre, per il marito che è stato e per l’uomo che se n’è andato; rappresenta l’icona di un personaggio che può essere di ispirazione per le generazioni future nel fare sempre meglio per il nostro quartiere e credere nei propri sogni. Totò è il simbolo che racconta la Sicilia bella. Ringraziando la fondazione Federico II, il Palermo FC e Igor Scalisi Palminteri”.

La dichiarazione dell’onorevole Vincenzo Figuccia

Vincenzo Figuccia

“Per me è una grande emozione vedere realizzato il murale su Totò Schillaci, proprio nel quartiere in cui è cresciuto. Un’idea che proposi al presidente Galvagno, come componente della Fondazione Federico II, all’interno del progetto ‘Le Strade da seguire’, che mira a diffondere la cultura della legalità. Ringrazio, quindi, il presidente dell’Ars per avere apprezzato il mio suggerimento – dice Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all’Ars -. Un grande uomo, Schillaci, un campione che, provenendo dalla strada, ha deciso di stare dalla parte giusta e continuare a parlare il linguaggio della periferia, anche all’apice della carriera. A questo proposito, mi piace ricordare una sua frase che riassume il senso della sua vita: ‘Nel mio quartiere non avevo solo buone frequentazioni, per distrarmi ho iniziato a giocare a calcio e distraendomi mi sono salvato’, disse Totò. Ecco il messaggio, rivolto soprattutto ai giovani, dell’opera d’arte che ho fortemente voluto, ispirata al campione delle Notti magiche: il calcio come strumento di riscatto e strumento per riuscire a farcela. La realizzazione di un sogno come frutto di immensi sacrifici, estremo sudore e lotta costante, anche nei momenti in cui tutto appare complicato e impossibile”.

22.7 C
Palermo

Seguici sui social