Addio a Cesare Ragazzi, il re del trapianto dei capelli

Un pezzo di storia della televisione italiana, un imprenditore che ha saputo trasformare un'idea in un fenomeno di costume

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È morto a 83 anni Cesare Ragazzi, l’imprenditore bolognese che ha fatto della lotta alla calvizie la sua missione. Un malore improvviso ha spento la voce di colui che, con il suo inconfondibile “Salve! Sono Cesare Ragazzi”, ha segnato gli anni ’80 e ’90 della televisione italiana.

Nato a Bazzano nel 1941, Ragazzi ha rivoluzionato il mondo della tricologia con l’invenzione di una protesi capillare non invasiva, un “parrucchino fatto di capelli naturali” come amava definirlo, applicato al cuoio capelluto con una speciale tecnica. Un’idea che gli ha permesso di costruire un vero e proprio impero, con oltre 80 centri in Italia e all’estero.

“A tanti ho risolto un problema per cui non dormivano la notte” – raccontava a Repubblica – e la sua réclame, un tormentone dell’epoca, prometteva miracoli a chi soffriva di calvizie. Una carriera iniziata in uno scantinato, il suo primo laboratorio, trasformatasi in un successo internazionale che lo ha portato fino a New York. Tra i suoi clienti, numerosi personaggi famosi, come giocatori di calcio e personaggi della televisione. Negli ultimi anni, Ragazzi aveva ceduto l’azienda a un fondo d’investimento inglese, ma non aveva smesso di dedicarsi alla ricerca, brevettando un nuovo tipo di impianto capillare.

Con la sua scomparsa, se ne va un pezzo di storia della televisione italiana, un imprenditore che ha saputo trasformare un’idea in un fenomeno di costume. Cesare Ragazzi lascia la moglie Marta e tre figli: Nicola, Simona e Alessia.