Palermo, Marconi da Santo a crocifisso: la mancanza di equilibrio nei giudizi social

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Da eroe di Padova a giocatore da serie D. La parabola dei giudizi social su Ivan Marconi si sintetizza più o meno con questi due punti cardinali, dopo il fallo commesso dal difensore rosanero costato al Palermo due punti in classifica.

La rabbia di molti tifosi, seppur comprensibile, non tiene conto però di due fattori importanti, che certamente non si possono tralasciare. Il primo è la componente dell’errore umano, perché nella vita come nel calcio tutti possono sbagliare, e al riguardo l’espressione di Marconi dopo l’ingenuità commessa è chiaro segno della consapevolezza e del dispiacere per il gesto compiuto e per le sue conseguenze.

Il secondo è che la figura di Ivan Marconi non può essere riconducibile solo a Padova o a Como. Il centrale lombardo, piuttosto, ha tirato la carretta per due stagioni in Lega Pro e una in serie B, superando con le apparizioni in questa stagione le cento presenze in rosanero condite da quattro gol e altrettanti assist.

Ma soprattutto Ivan c’è sempre stato, sia nei momenti belli che in quelli brutti, dimostrando grande attaccamento alla causa. Marconi ha sempre lavorato da professionista ed è per questo a dispiacere, tralasciando i giudizi personali sul calciatore, sono le parole e i toni con cui molti supporters rosanero stanno apostrofando un uomo che non merita tanto astio, ma piuttosto un’umana comprensione che neanche l’atmosfera natalizia ha portato in dote ad alcuni.

Errare fa parte delle cose terrene, così come ricordare e ringraziare. Ed è per questo che se Ivan con una semplice espressione si è già scusato del suo sbaglio, c’è chi invece farebbe meglio a metterci una pietra sopra e guardare avanti, per il bene esclusivo del Palermo e di tutte le sue componenti.