“Perché la chiesa non deve pubblicare un bilancio? Perché celebrando la messa deve essere chiesta una tariffa, tradotta in offerta, e non motivata da un bilancio?”. Sono pensieri che forse abbiamo fatto tutti. Ma se tutto ciò viene detto da un prete, che ha vissuto certe dinamiche dall’interno, forse la questione assume un valore maggiore. E’ probabilmente per queste idee ‘choc’ che don Salvo Collura, prete gesuita di Corleone, è al momento disoccupato e costretto dalla Curia palermitana ad un periodo detto di “discernimento”, ovvero il non potere celebrare i riti e vivere un periodo di riflessione per rivedere, magari, le sue idee.
E’ un prete sui generis o semplicemente “moderno”, che durante l’intervista rilasciata ad Ego riferiti, un poadcast condotto dal giornalista Vassily Sortino e dall’attore e regista Giuseppe Cardinale, parla con naturalezza anche di temi scottanti per il mondo ecclesiastico, come la masturbazione, il divorzio, l’omosessualità, la bestemmia, il preservativo. “Dobbiamo avvicinarci alla gente e non separarci” – dice. Una frase che è il tema centrale della sua filosofia. “Le chiese anglicane, luterane e protestanti sono più avanti rispetto a quella cattolica – spiega nella lunga intervista -. A poco a poco anche noi lasceremo cadere le nostre barriere”.
Don Salvo Collura, missionario per tanti anni in Perù, è tornato in Sicilia per ragioni familiari e quando è stato ‘bloccato’ celebrava messa a Monreale. Le sue idee, considerate troppo ‘aperte’, a quanto pare non sono state gradite. Ma certe cose il gesuita corleonese non riesce proprio a farle passare. Tra gli episodi raccontati da Collura, avvenuti a Monreale, quello di una famiglia che si rivolse ad un prete esorcista per risolvere alcune problematiche familiari. Ad una donna – racconta – fu consigliato di distruggere il corredo che gli aveva regalato la suocera. Un episodio che portò a gravi frizioni familiari e verso il quale lui reagì con forza: “a volte sono stato troppo arrogante con le istituzioni” – ammette. E poi la questione trasparenza bilanci delle chiese, tema che il prete aveva sollevato e che probabilmente è quello che ha dato il colpo di grazia alla sua attività a Monreale. “Perché la chiesa non deve pubblicare i bilanci? Ok far pagare per una celebrazione – afferma durante l’intervista – ma è anche giusto motivare i costi sostenuti e i ricavi e su questi pagare le tasse”.
Situazioni che il sacerdote non accetta e combatte. Per questo motivo è considerato un prete scomodo. Ma probabilmente anche per le sue idee ‘aperte’: “La bestemmia è un abbassamento del livello, ma in situazioni al limite della sopportazione è un grido comprensibile”. Un’affermazione che se non letta bene potrebbe far gridare allo scandalo (“un prete che giustifica la bestemmia”) ma che in realtà fa riflettere. Non perché la bestemmia sia giusta, ma perché c’è bestemmia e bestemmia. Certe situazioni al limite, come la perdita di un figlio o di un genitore, certi sconvolgimenti dell’animo umano, possono portare ad avercela con chi è creatore di tutto. Non va giustificato tutto ciò, sembra dire Don Collura, ma uno sfogo che va capito e aiutato.
E poi sulla confessione: “Il numero 41 del rito della confessione dice che quando il penitente si presenta per confessare i peccati, il sacerdote deve metterlo a suo agio. “Ho sperimentato confessioni che sembravano veri e propri interrogatori di polizia. A tutte queste persone che non si sentono a proprio agio davanti al prete dico di alzarsi e di andarsene immediatamente. Se un prete non vi mette serenità in quel delicato momento, mandatelo a fanculo perché non sta facendo il prete ma altro. La confessione serve per lenire una ferita, non per esacerbarla”.
Quando Sortino e Cardinale, non per niente definiti “merde” (nel senso che ci vanno dentro con le domande) dall’attore Cocò Gulotta che è stato ospite di una puntata di Egoriferiti, sono scesi in questioni sessuali, il prete Gesuita non si è scomposto più di tanto: “Volete solo trombare? Beati voi. Il preservativo? E’ fastidioso. Gesù omosessuale? C’è tanta letteratura su tutto ciò”.
Si può cancellare il comandamento ‘non commettere atti impuri?’ – chiede Cardinale. Anche su questo tema il gesuita non si scompone ma ha una sua interpretazione: “La chiesa deve ribadire il principio generale. Una sessualità banalizzata, bella ma sporcata da un utilitarismo, è bene mettere in guardia la gente dal viverla. L’esercizio della sessualità non è una cosa brutta, è la strumentalizzazione del corpo dell’altro che non è un bene. La strumentalizzazione dell’altro non rappresenta un vantaggio per nessuno”. E sulla masturbazione: “Se passo tutta la giornata piegato su me stesso a smanettarmi non va bene. E’ l’incidenza che quell’atto ha sulla mia vita che deve far sì che io mi ponga delle domande per capire se ciò sia davvero migliorativo per la mia esistenza. Il principio generale, ovvero che questa cosa possa diventare compulsiva, la chiesa fa bene a ribadirlo. Che poi questo vada declinato sul motivo particolare, purtroppo, – prosegue Collura – è il passaggio che come chiesa non siamo abituati a fare. Per la fertilizzazione in vitro, tanto vantaggiosa per le coppie, per l’estrazione del seme serve necessariamente la masturbazione. Come la valutiamo moralmente? Il principio generale ha un suo senso perché c’è sapienza, ma va visto caso per caso”.
E poi la classica domanda: ma perché i preti non dovrebbero sposarsi ed avere figli? “La castità nella chiesa – chiosa Don Collura – morirà per asfissia”.