Istat, la Sicilia è una regione sicura ma cenerentola per progresso e sviluppo

In una scala ascendente divisa in cinque classi, le province siciliane emergono con livelli di benessere relativo più bassi rispetto al Mezzogiorno e all'intera Italia.

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Sicilia

La Sicilia, a lungo considerata una delle regioni meno virtuose in termini di sviluppo e progresso in Italia, rivela una complessa dualità nel suo quadro socio-economico. Il recente report dell’Istat sul “Best” – il Benessere equo e sostenibile dei territori – offre un’analisi approfondita attraverso 70 indicatori distribuiti in 11 ambiti, o “domini”.

Siracusa e Agrigento spiccano negativamente, occupando posizioni di coda per oltre il 60% degli indicatori, soprattutto nei domini del “Lavoro e conciliazione dei tempi di vita”, “Benessere economico” e “Innovazione, ricerca e creatività”.

Tuttavia, tra le note positive, la provincia di Palermo si distingue per innovazione e ricerca, posizionandosi in testa a livello nazionale per la presenza di addetti nelle imprese culturali e creative. A livello regionale, Messina, Ragusa e Enna mostrano livelli di benessere più elevati. “Politica e istituzioni” e “Sicurezza” emergono come punti di forza per l’intera Sicilia.

Nel dominio di “Politica e istituzioni”, la regione si distingue per il numero di giovani e donne negli organi amministrativi. Nell’ambito della “Sicurezza”, la Sicilia presenta una performance migliore per il numero di denunce relative ai reati predatori, con furti in abitazione dimezzati rispetto alla media italiana e rapine notevolmente inferiori.

Tuttavia, nonostante queste sfumature positive, la Sicilia affronta sfide significative. Resta ultima d’Europa per giovani disoccupati e inattivi, così come per il tasso di occupazione. La carenza di asili nido sul territorio, evidenziata da un altro studio Istat, si rivela critica, coprendo appena il 13% dei bambini residenti. Solo la Campania presenta una situazione peggiore.