“Ancora tu?”, avrebbe detto Battisti dopo aver assistito allo 0 a 1 tra Palermo e Cittadella. Sì, perché la gara tra le due squadre è una copia precisa e perfetta, rispetto a quella disputata la scorsa stagione e terminata col brillante risultato di 0 a 0. Differenze? Qualcuna, ma di poco conto. Tipo che l’anno scorso c’era l’attenuante della squadra presa in corsa da Corini, di un mercato fatto così così, di un obiettivo minimo da perseguire, ecc.ecc.; quest’anno, invece, panchina “consolidata”, mercato faraonico, maxiritiro e obiettivo dichiarato fare un campionato da protagonisti. Ah: e sconfitta per i rosanero piuttosto che un ottimo pareggio come quello della scorsa stagione. Gli ottimisti guardino la classifica e si beino di un terzo posto attuale (con la Cremonese che inizia a “tuppuliare” da dietro), tutti gli altri stiano in religioso silenzio: tanto sarebbe come parlare con le famose tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.
Divertente come una puntata del “Mercante in fiera” di Pino Insegno, il primo tempo di Palermo – Cittadella non fa altro che confermare che questo Palermo senza spunti individuali è ancora un cantiere più aperto della Salerno – Reggio Calabria, dei lavori tra Roncobilaccio e Barberino del Mugello ed utopico come il ponte sullo Stretto. Difficile dare un’idea di una cronaca. Che raccontare? Di un giallo al minuto 8 per Amatucci? Di un colpo di testa dello stesso? Di un paio di tiri di Brunori senza infamia e senza lode? Di Pigliacelli che inizia già al 30° a rubare la scena ai suoi compagni di metà campo provando ad impostare? Dei tanti lanci dalla trequarti preda di un portiere tutto fuorchè imbattibile? Forse ci sarebbe da citare solo Coulibaly che, da distanza ravvicinata, di testa non approfitta di un tiro rimpallato ad Insigne. Fine primo tempo: davvero sottotono questo Palermo.
La ripresa inizia con il ‘Citta’ che si ripresenta con Pandolfi per Amatucci e che, con Pittarello ‘rischia’ di bucare la porta difesa da un attento Pigliacelli. Ma è l’interruzione per qualche minuto a causa di un problema di comunicazione tra l’arbitro ed il VAR la cosa più interessante del primo quarto d’ora della ripresa. Al 61° Corini dall’alto della tribuna schiaccia i tasti del joypad comandando al suo alter ego Lanna il doppio cambio Mancuso/Valente per Insigne/Di Mariano. Passano appena cinque minuti ed è ancora joypad-Corini a dettare legge: secondo slot, Segre per Stulac. Al 68° Cassano ha giusto il tempo di mirare l’incrocio difeso da Pigliacelli per poi abbandonare il campo. Cambio in rima baciata, infatti, operato dal tecnico veneto, Gorini: Mastrantonio e Maistrello per Cassano e Pittarello. Qualcos’altro da citare? Sì, le sostituzioni. Angeli per Negro nel Cittadella poi Lund e Henderson per Aurelio e Couliblay fra i rosanero ed, infine, Kornvig per Carriero per gli ospiti. Finiti pure i cambi non c’è davvero nulla da raccontare. La partita è francamente più straziante della scena finale di “‘o zappatore” di Mario Merola e solo la penna di J.K.Rowling potrebbe trovare la fantasia per descriverla con un minimo di brio. Nove minuti di recupero e gol del Cittadella al 97° con Pandolfi. Basta così. Sforzarsi a scrivere altro non serve a nulla. La vince il ‘Citta’: se non è crisi adesso…