Tutto è bene quel che finisce bene. Un Palermo brutto e scombinato trova un pari miracoloso contro lo Spezia dopo essere andato sotto per due reti. Come spesso accade, sono i subentrati a togliere le castagne dal fuoco di un Corini oggi un po’ in confusione: sono, infatti, i gol di Mancuso e Stulac a pareggiare i gol liguri di Reca ed Esposito in un match durato 105 minuti. Praticamente due tempi più un supplementare
Il primo tempo è quasi un monologo dello Spezia. Il primo squillo già al 3° con Pigliacelli costretto a volare su un missile terra-aria di Antonucci. Poi parte il tiro al bersaglio verso l’angolo alla sinistra del portiere rosanero. Il solito Antonucci fa le prove generali al 22° e, al 31°, Reca si mette in modalità Canotto/Ciervo e porta in avanti i liguri. Nel mezzo delle due occasioni dello Spezia anche Brunori (dopo un principio di aggaddo con Cassata costato ad entrambi un cartellino giallo) prova la stessa giocata ma Dragowki è attento e anestetizza. Il Palermo non cambia marcia, muove il pallone troppo lentamente e per lo Spezia mantenere il vantaggio nella prima frazione è come per Marcell Jacobs correre i 100 metri piani contro il circolo pensionati di Sclafani Bagni. Brutto Palermo, per chi non l’avesse capito.
Il Palermo si presenta ai nastri di partenza del secondo tempo con due novità. Vasic e Mancuso, infatti, prendono il posto di Henderson ed Insigne. Episodio controverso al 54°: Brunori cade in area come fulminato dopo un contatto con Bertola. Quella che all’inizio sembrava una grazia ricevuta dal capitano rosanero per un’ammonizione per simulazione non elargita (che sarebbe costatata l’espulsione al numero nove) ad un tratto sembra trasformarsi in un calcio di rigore. Peccato che dopo trequarti d’ora di VAR Fourneau decida di scontentare tutti facendo ripartire il gioco con una rimessa dal fondo.
Il Palermo è più presente rispetto al primo tempo, anche perché sarebbe stato difficile fare peggio, e al 62° è Mancuso a tentare la via della rete: palla fuori.
Al 63° prime mosse di Alvini sullo schacchiere dello Spezia: Pio Esposito per l’ex catanese Moro e Bandinelli per Cassata. Proprio i due neoentrati confezionano il raddoppio spezzino: prima Bandinelli uccella Ceccaroni e poi la smista in mezzo dopo Esposito – solo, soletto – mette alle spalle di Pigliacelli.
Sembra notte fonda, ma Mancuso la riapre al 73°: cross di Lund e gol da attaccante di razza dell’ex Empoli. Triplo cambio per il Palermo al 74° (entrano Soleri, Stulac e Aurelio escono Brunori, Segre e Lund) e doppio per lo Spezia al 77° (dentro Moutinho per Elia e Douda per Zurkowski). Di emozioni vere e proprie non se ne segnalano (a parte altri gialli per Ceccaroni, nel Palermo, e Nikolau, nello Spezia). Ultimo slot per Alvini che toglie uno sfinito Reca ed inserisce il numero quindici Pietra. Un Palermo all’arma bianca trova un’occasioncina con Mancuso e Soleri ma Dragowski accompagna fuori senza particolari patemi.
Ancora VAR al minuto 100. Fourneau fischia rigore per il Palermo per un fallo ingenuo di Bertola su Soleri ma viene richiamato dalla regia peggio di Ambra con Boncompagni: ennesimo tronzo di mala fiura per l’arbitro romano costretto a tornare sui suoi passi ed a concedere solo calcio di punizione dal limite e giallo per Bertola che va sotto la doccia per doppia ammonione. Proprio su questa punizione, però, Leo Stulac disegna un arcobaleno magico che sfonda la rete ligure. Un minuto dopo l’arbitro Fourneau decide che è il caso di fischiare la fine. È solo un pareggio ma ha il gusto quasi di una vittoria.