“Ti ho sempre protetto e custodito come il mio diamante più raro. E l’amore che nutro per te un altro non potrà mai chiedermi, perché un altro non sarà mai la vita mia. Per me, non hai mai avuto solo il ruolo di padre, ma ne svolgi tanti altri dal più caro amico al miglior confidente. Sei sempre stato il mio porto sicuro, il mio miglior rifugio da ogni tempesta. E in questi giorni non sai quanto mi manchi. Quanto ti vorrei qui con me. Semmai dovessi leggere queste parole, sappi che ti sto aspettando, ma soprattutto non mi fermerò al primo ostacolo per trovarti”. A scivere questo lungo post su facebook è la figlia di Paolo Spatola, 60 anni, un uomo scomparso da Palermo lo scorso 8 ottobre. Si è allontanato dalla sua casa nei pressi del corso Calatafimi senza portare con sé i suoi effetti personali. Nell’appartamento c’erano cellulare, portafoglio e chiavi. L’unica cosa che non è stata trovata è la carta di identità.
Al momento della scomparsa indossava una maglietta blu, un pantaloncino nero, un paio di mocassini chiari e aveva una crocetta al collo.
L’ultimo avvistamento risale al giorno dopo, quando l’uomo scomparso si è recato al pronto soccorso del civico per un trauma al ginocchio. Ma anche da lì è andato via. Soffre di amnesie temporanee, ma è la prima volta che scompare. “Quando mio padre sta male – racconta la figlia – si rifugia sempre nella sua famiglia”. Famiglia che ha denunciato la scomparsa ai carabinieri che hanno avviato le ricerche.